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Cairo: «Dalle scommesse il calcio non riceve neanche un centesimo»

Allo Sport Industry Talk: «È un paradosso che le aziende di betting non possano sponsorizzare squadre di calcio».

Cairo: «Dalle scommesse il calcio non riceve neanche un centesimo»
Db Torino 15/08/2021 - Coppa Italia / Torino-Cremonese / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Urbano Cairo

Il presidente del Torino Urbano Cairo è stato ospite allo Sport Industry Talk della Rcs Academy e ha parlato di come far crescere il mondo del calcio:

«Diamo al calcio quello che è del calcio. È un’industria importante che dà un grande contributo al Paese dal punto di vista del divertimento e da quello delle imposte. Però si fa poco per aiutare un sistema che ha avuto i suoi problemi durante il Covid, per via della riduzione delle sponsorizzazioni e del volume della compravendita dei giocatori».

«Dalle scommesse sul calcio il nostro mondo non riceve nemmeno un centesimo ed è un paradosso che le aziende di betting non possano sponsorizzare squadre di calcio. Quando si tratta di rateizzare le imposte sembra che venga fatto chissà quale regalo. È vero, i calciatori guadagnano cifre importanti, ma questo aspetto viene ingiustamente colpevolizzato sebbene non riguardi solo l’Italia. Anche gli attori guadagnano molto, ma lo Stato con i tax credit spende circa un miliardo all’anno per supportare il cinema, pure per società straniere che fanno film in Italia. Qual è la differenza con le agevolazioni del Decreto crescita che ci permette di attrarre campioni dall’estero e aumentare l’appetibilità del campionato per la vendita dei diritti all’estero?»un paradosso che le aziende di betting non possano sponsorizzare squadre di calcio

Secondo Cairo, non sarebbe utile la riduzione del numero di squadre della Serie A:

«Anche in Inghilterra e Spagna sono 20 e questo permette di avere 380 partite, ossia altrettante occasioni per i broadcaster di trasmetterle. Riducendo il numero di partite ne risentirebbe il valore economico del prodotto. Pirateria? Va controllata: il pezzotto viene visto da 1.5 milioni di utenti. C’è una legge, va controllato meglio».

LE PAROLE DI ABODI:

è impensabile che la Serie A continui ad essere a 20 squadre, la B a 20, la C a 60 con 100 squadre professionistiche. Ma non è nemmeno questione di numeri, quanto di credibilità che consenta l’affermazione dell’equa competizione, ci sono società che pagano e rischiano di non centrare i propri obiettivi, altre che non pagano e magari mantengono la categoria.

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