De Laurentiis lavora a un nuovo contratto più lungo e con un ingaggio più alto per il georgiano che in estate aveva attirato l’attenzione dei Blancos
“Il Napoli, invece, lo sa benissimo e anche per questo cercherà al più presto di blindarlo con un nuovo accordo più lungo, con un ingaggio più vicino al valore tecnico del fantasista georgiano. Lo ha detto di recente il suo agente Mamuka Jugeli, un secondo padre per Khvicha: «Nel futuro prossimo ci saranno adeguamenti nel suo contratto. De Laurentiis è un uomo di parola che mantiene tutto ciò che promette…». Su Khvicha, in estate, aveva posato gli occhi anche il Real Madrid di Ancelotti. Ora Kvara ha l’occasione per ringraziare il Madrid per l’attenzione e il Napoli per la fiducia”.
SI ERA PERSO TRA TANTE SOSTITUZIONI E UNA PANCHINA
Kvaratskhelia si era perso tra tante sostituzioni e persino una panchina.
Lo scrive il Corriere dello Sport con Antonio Giordano.
Khvicha Kvaratskhelia è, nelle definizione più comune, un calciatore, però nell’accezione reale è un fuoriclasse, un uomo (un giovanotto) speciale, che sa evadere dalla banalità e descrivere l’arte. La sua Napoli, a un certo punto, è rimasta avvolta nel grigiore d’un tempo sprecato, in contorsioni mentali che possono inquietare o anestetizzare, e mentre lo scudetto stava diventando solo un malinconico ricordo, Kvara si stava piegando nel tormento: 12 partite, 3 gol e tante sostituzioni, pure troppo, da rimanerne stordito.
Kvara era sparito a partita in corso contro la Lazio, mentre il Napoli aveva bisogno di lui per rimontare; era poi scomparso anche a Marassi, la partita successiva, sul 2-2, quando Garcia pensò di provarci senza l’estro indefinibile del suo esterno; era sfilato via pure dal Dall’Ara, 0-0, ed aveva già cominciato a interrogarsi (perché?). E con l’Empoli, invece, panchina dall’inizio. Al centro del Napoli, un villaggio popolato d’emozioni, Kvara ci è rientrato a Bergamo, ha ricominciato a capire d’essere importante, decisivo, ha strappato, inventato, osato, persino esagerato, segnando di testa, ondeggiando sulla sua corsia, passeggiando sugli echi della memoria, perché non c’è più tempo da perdere, dopo averne sprecato troppo.