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Bolt: «Se non avessi giocato in Australia avrei avuto il 40% di possibilità di andare allo United»

A Sportweek parla del suo passato come calciatore e del suo presente. «Gioco a calcio tre volte la settimana, ma nei weekend amo giocare a domino con gli amici»

Bolt: «Se non avessi giocato in Australia avrei avuto il 40% di possibilità di andare allo United»
Rio de Janeiro (Brasile) 18/08/2016 - Atletica leggera / Olimpiadi Rio de Janeiro 2016 / foto Imago/Image Sport nella foto: Usain Bolt ONLY ITALY

SportWeek intervista oggi il primatista mondiale sui 100, 200 e nella staffetta 4×100, ambassador Hublot dal 2010, il giamaicano Usain Bolt, 37 anni, che di limiti non ne ha mai avuti.

Dove tiene le sue medaglie?

«Ora in banca (ride; ndr). Per nove mesi non trovai più il mio primo oro olimpico, quello di Pechino. Era finito in un borsone e si era perso durante un trasloco. Dopo quello spavento decisi di metterle tutte al sicuro».

Cosa le manca della vita da atleta?

«La competizione, correre davanti a 70mila persone. Olimpiadi, Mondiali, le emozioni e l’energia che ti trasmettono. Quando guardo le gare in tv, dentro di me sento qualcosa uscire, è la mia voglia di competere»

Cosa non le manca?

«Gli allenamenti, erano brutali»

Ha scoperto nuovi hobby?

«Amo giocare a domino. È quello che faccio tutti i weekend con gli amici»

Dopo aver lasciato l’atletica nel 2017, nel settembre del 2018 Bolt aveva annunciato di voler tenere la carriera professionistica nel calcio ed aveva scelto la squadra australiana dei Central Coast Mariners, poi nel gennaio del 2019 ha lasciato

Gioca sempre a calcio?

«Tre volte alla settimana, con gli amici. Fa bene al cuore, mi tengo allenato e mi diverto. Solitamente 6 contro 6. Quando ci metteremo in forma, magari potremmo giocare anche su un campo grande (ride ndr)»

Che tipo di giocatore è?

«Senza presunzione, credo di essere un buon calciatore. All’inizio giocano in porta, poi sono passato a fare il difensore centrale, il terzino sinistro, l’ala sinistra infine l’attaccante. Più diventavo veloce, più “guadagnavo” posizioni in Campo»

Il suo ruolo preferito?

«Esterno o centravanti, perché lì ho più libertà di movimento e posso sfruttare appieno la mia velocità».

C’è mai stata la reale possibilità di vederla in Premier con la maglia dello United?

«Se avessi fatto altre scelte, penso che avrei avuto il 40% di possibilità. Avevo già parlato con tecnici e staff, però non volevo restare in Europa per la troppa pressione mediatica che si sarebbe creata. Così scelsi l’Australia. Col senno del poi, sarei dovuto restare. Avrei sicuramente imparato di più».

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