Il primo giorno raccontato dal Corsport. Il suo piano di lavoro: rigenerazione atletica, del morale, il 4-3-3 e il sistema dei giorni di gloria
Mazzarri urlava di brutto e fumava a ripetizione, ora voce più bassa e sigaretta elettronica. Lo scrive il Corriere dello Sport con Fabio Mandarini.
È tornato Walter. Walter il restauratore: c’è un capolavoro sbiadito in cinque mesi che si chiama Napoli e il suo compito è quello di restituire lucentezza, bellezza, risultati. E i risultati arrivano attraverso il lavoro: ritmo, intensità, presenza, dialogo e principi solidi sono stati gli articoli della collezione presentata da Mazzarri alla squadra nel corso della seduta di ieri. Il piano è chiarissimo: consegnare ai giocatori le certezze tecniche, tattiche e di metodo costruite con Spalletti (sì, ancora lui). In sintesi: rigenerazione atletica, del morale, il 4-3-3 e il sistema dei giorni di gloria. Un mix perfetto per cominciare a preparare i 17 giorni infernali delle cinque partite con Atalanta, Real, Inter, Juve e Braga. Dal 25 novembre al 12 dicembre.
Certe cose sono sempre uguali. Però rispetto a 14 anni fa, quando cioè a ottobre 2009 diresse il primo allenamento della prima storia da boss del Napoli, qualcosa è cambiato: all’epoca urlava di brutto e fumava a ripetizione sigarette slim, mentre ieri ha diminuito i decibel senza mai perdere autorità e sfoggiato una moderna Iqos.
IL 4-3-3 DI MAZZARRI: SENZA KIM LINEA DIFENSIVA PIÙ BASSA
Mazzarri giocherà col 4-3-3 ma senza Kim linea difensiva più bassa e calcio verticale. Lo scrive la Gazzetta dello Sport con Alessandro Vocalelli. Lo ha detto al presidente De Laurentiis.
Mazzarri – che pure non difetta in autostima – non ha la presunzione di immaginare un Napoli più bello, più efficiente, di quello costruito da Spalletti. E senza bisogno che glielo suggerisse De Laurentiis, si è convinto che da lì bisogna ripartire. Mettendo le formulette magiche in stand by. Perché nella sua testa, al primo punto del programma, ci sono sempre le motivazioni.
Si riparte, infatti – senza se e senza ma – dal 4-3-3 di Spalletti.
Ogni allenatore ripete un ritornello: il modulo dev’essere adattato alle caratteristiche dei giocatori. E i giocatori, per un anno intero, hanno dimostrato – con i fatti e non con le parole – di saper navigare in quelle acque. Certo, una differenza c’è e Mazzarri è troppo navigato per sottovalutarla: la partenza di uno come Kim, talmente bravo, forte nei recuperi, da accettare anche l’uno contro uno a campo aperto. Senza di lui è possibile che si arrivi a chiedere alla squadra di non alzare troppo la linea difensiva, accentuando di riflesso il calcio verticale. Per il resto, dicevamo, si va con il 4-3-3 spallettiano, immaginando – semmai ci sarà tempo – di virare qualche volta in corsa.