Il presidente Longoria a Rmc Sport: «Marcelino è rimasto due mesi al club. E il Marsiglia non si impara in una settimana»
Pablo Longoria, controverso presidente del Marsiglia, ha rilasciato una lunga intervista a Rmc Sport. Il Marsiglia sta attraversando una stagione difficile. Prima l’avvio di campionato titubante con Marcelino in panchina, poi l’incontro misterioso con gli ultras della squadra. Da lì le dimissione del tecnico, poi il caso dello stesso presidente. Infine, l’ultimo evento che ha colpito il Marsiglia, la sassaiola ai danni di Fabio Grosso, allenatore del Lione.
Le parole di Longoria:
«Ritengo che a livello di club siamo delusi da questo inizio di stagione. Si potrebbe addirittura dire che la parola giusta sarebbe “preoccupato”. Dire il contrario significherebbe ignorare completamente il nostro punto di vista. Ma allo stesso tempo si inserisce in un discorso molto più generale, perché la preoccupazione porta all’analisi. Credo che in questo momento manchiamo di efficacia offensiva, soprattutto sotto porta».
Longoria parla anche di stabilità, quella che manca nel suo club:
«La stabilità, nella maggior parte dei casi, dà risultati sportivi. Ma allo stesso tempo, ciò che abbiamo cercato di costruire erano parametri offensivi con qualità completamente diverse da quelle che avevamo la scorsa stagione, adattati alle esigenze di un allenatore che abbiamo ingaggiato a giugno, realizzando un mercato adattato alle ambizioni dell’allenatore. Questa è la mia visione del calcio: l’adattabilità dei dirigenti nel costruire una rosa, immaginare un collettivo capace di giocare insieme»
Ma se l’allenatore cambia ogni anno? Villas-Boas, Sampaoli, Tudor, Marcelino e adesso Gattuso:
«Sono stati gli allenatori a decidere di andare via, non la società a decidere di cambiare. Credo che, per avere successo e creare una forma di osmosi, bisogna costruire la rosa con un’idea di calcio molto particolare, adattata alla mentalità dell’allenatore».
Longoria su Marcelino:
«Ha preso la sua decisione in totale libertà e lo capisco perfettamente. Ne abbiamo discusso molto. Ma è anche vero che la missione di un allenatore e la missione di un presidente sono completamente diverse, così come le responsabilità di ciascuno. Dovevo pensare non “solo” come un allenatore di calcio, la mia responsabilità è maggiore. Devo pensare all’interesse generale del club. Questo è ciò che ho preso in considerazione ed è per questo che ho deciso di continuare. È perché ho queste responsabilità all’interno di questo club e l’amore per questo club che non potevo tollerare di metterlo in questa situazione di instabilità».
E ancora:
«Si è adattato al Marsiglia, ma è rimasto due mesi al club. E il Marsiglia non si impara in una settimana. Ma quello che è vero è che la situazione che abbiamo vissuto è inaccettabile nel mondo del calcio normale, ha oltrepassato molti limiti».
Sulla violenza dei tifosi e i sassi lanciati a Grosso. Le parole di Longoria:
«Questo è qualcosa che ha ancora oltrepassato ancora di più confini. Ma è una discussione che non possiamo personalizzare in una battaglia tra Marsiglia e Lione. Penso che abbiamo un grosso problema nel calcio francese: dobbiamo risolvere tutti i problemi di sicurezza. Devo dire che per quattro persone incoscienti, quattro persone totalmente fuori dalla società e fuori dal calcio che dobbiamo costruire, non bisogna generalizzare l’immagine dei tifosi del Marsiglia perché è completamente diversa. Questa è una cosa che non posso accettare. E noi come club, indipendentemente dalla loro partecipazione a questo tipo di eventi in casa o in trasferta, dobbiamo fare del nostro meglio per evitare che queste persone vengano associate a noi. Non hanno posto, né nella società né nel Marsiglia».