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Djokovic e Sinner a tavola: Nole mangia vegano, Jannik carne cruda

La Stampa: Nole opte per una pasta coi funghi porcini. E per secondo un tempeh di ceci. Sinner invece una volta carne cruda e l’altra carne cotta

Djokovic e Sinner a tavola: Nole mangia vegano, Jannik carne cruda
Italy's Jannik Sinner eyes the ball as he plays against Italy's Lorenzo Musetti during the Monte-Carlo ATP Masters Series tournament quarter final tennis match in Monte Carlo on April 14, 2023. (Photo by Valery HACHE / AFP)

Djokovic mangia vegano, Sinner invece carne cruda. La Stampa racconta le cene dei campioni del tennis impegnati a Torino alle Atp Finals che cominciano oggi. Sinner giocherà alle 14.30 contro Tsitsipas.

Scrive La Stampa:

A cena ogni campione ha poi scelto il ristorante che più lo rispecchiava, per gusti e personalità. Tutti con un unico obiettivo: non allontanarsi troppo dall’hotel.

Djokovic, la cui forza sta proprio nell’attenzione maniacale alla forma fisica, ha optato per il vegetariano Soul Kitchen, in via Santa Giulia. «Erano in sette e la serata è stata molto piacevole», racconta Luca Andrè, titolare e chef. «Lui e il suo staff avevano prenotato e noi abbiamo riservato loro una sala a parte. Hanno preso antipasti da condividere e poi Nole ha ordinato il piatto Quinto Gusto, una pasta fresca ripiena con funghi porcini. E per secondo la Carbonade, un tempeh di ceci. Dopo cena ha concesso foto e autografi al personale e ai fan accorsi fuori dal locale. L’ho salutato con l’augurio di rivederci, mi ha risposto: “Speriamo di sì”».

Djokovic vegano, Sinner decisamente no.

Opposti sia in campo che a tavola, Sinner ha preferito un menù tradizionale e per due sere ha cenato al ristorante Vittoria, in via Carlo Alberto. Racconta il personale: «Era accompagnato dal suo entourage e dalla fidanzata. La prima volta ha ordinato carne cruda, la seconda una costata con verdure. Ci auguriamo di vederlo tornare. È un ragazzo umile e alla mano, contento di essere a Torino. È proprio il figlio che ogni mamma vorrebbe avere». 

ALCARAZ INVECE SBAGLIA A PRENOTARE RISTORANTE

Il caso più curioso coinvolge lo spagnolo Carlos Alcaraz. Mercoledì aveva pranzato da Defilippis, pantaloni cargo neri, dolcevita, giubbotto imbottito e un gran sorriso. Ha voluto un piatto di mezze maniche, non più cacio e pepe con scorze di limone, come chiesto in precedenza, ma con sugo all’amatriciana.

I problemi sono sorti la sera di giovedì. Accompagnato dall’allenatore Juan Carlos Ferrero e da altre tre persone, lo spagnolo ha vanamente tentato di far valere la sua prenotazione al ristorante Tre Galline, in via Bellezia. Prenotazione che però non era lì. Ricostruisce l’accaduto il direttore Leonardo de Boni: «L’italiano del gruppo aveva chiamato uno dei due fratelli De Giuli, proprietari del nostro ristorante, però ha sbagliato e si è rivolto a Federico, che gestisce il ristorante della Casa del Pingone. Il tavolo era prenotato lì. Noi l’avremmo ospitato ben volentieri, chi non vorrebbe servire un campione come lui? Però eravamo
strapieni e non c’era davvero modo di accogliere cinque persone».

A quel punto il gruppo se l’è presa e non ha più voluto andare nemmeno al Pingone. Alla fine i cinque hanno cenato nel dehors riscaldato della pizzeria Antico Balon, in piazza Emanuele Filiberto. 

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