Il campionato ucraino non si ferma. E il Kryvbas (primo) salvato da Zelensky gioca sempre due partite, una a calcio e una nella vicinanza al conflitto.
In tempo di guerra, la palla rotola lo stesso sui campi d’Ucraina. E peraltro in maniera impensabile, visto l’andamento del campionato.
La guerra ha interrotto la stagione 2021/22, con lo Shakhtar Donetsk a un passo dal titolo, e nella stagione 2022/23 il titolo è arrivato per gli arancioneri ai danni del Dnipro-1. Oggi si potrebbe assistere alla fine del duopolio Dinamo Kiev-Shakhtar Donetsk, come si spiega sull’Huffington Post:
“La classifica del campionato 2023/24, riserva ben due sorprese: il Kryvbas è in testa, con il Polissya Zhytomyr, appena promosso, che lo insegue da vicino. Il Kryvbas è la squadra della città natale di Zelensky, Kryvyi Rih: un tempo squadra importante, al termine della stagione 2012-2013, dopo aver raggiunto il settimo posto in campionato, nel giugno il club dichiara bancarotta”
Ma Zelensky non dimentica il calcio e piccole realtà come quella del Kryvbas, della sua città:
“Nel 2020, Zelensky decide di rivitalizzare il calcio nelle città ucraine meno importanti, e il club rinasce – con la proprietà di Kostyantyn Karamanyts, titolare della miniera locale. Viene ribattezzato Hirnyk-Kryvyi Rih, e affidato all’ex calciatore, Yuriy Vernydub, che riesce a farlo arrivare settimo in classifica”
Fino all’attuale primato. Club che, comunque, costituisce un unicum nella sua vicinanza al conflitto. Giocando sempre due partite parallele:
“Per esempio, il 31 luglio scorso, quando la città di Kryvyi Rih è stata colpita da un missile russo che ha causato la morte di tre persone, tra le quali quella di un bambino di quattro anni, e il ferimento di 33 persone, il club ha pubblicato un post sui social media per ricordare ai suoi tifosi di tutto il mondo che la Russia è stata riconosciuta dall’UE “come Stato sponsor del terrorismo e come Stato che utilizza mezzi terroristici”. Il post si chiudeva con questa frase “31/07/23. Non dimenticheremo mai. Vi odiamo”
Calcio e guerra legati a doppio filo, e non potrebbe essere altrimenti. In Ucraina le partite vengono interrotte per gli allarmi di raid aerei. Lo sport può opporsi fino a un certo punto, almeno per dare una parvenza di normalità.