«Sarebbe stato un rischio troppo elevato competere nelle ultime gare della stagione Atp. Sosterrò in ogni modo l’Italia in Davis»
Matteo Berrettini annuncia che la sua stagione è finita. Tonerà nel 2024. Ecco cosa ha scritto l’azzurro su Instagram:
Nonostante mi sia allenato ad alto livello nelle ultime settimane, il mio staff medico mi ha consigliato che sarebbe stato un rischio troppo elevato competere nelle ultime gare della stagione ATP.
È stata una decisone molto difficile da accettare, ma devo fare ciò che è meglio per la prossima stagione e per la mia carriera a lungo termine.
Coglierò questa opportunità per resettare, ricostruire e iniziare l’anno in piena forma e salute.
È stato un anno estremamente difficile, ma non vedo l’ora di iniziare una stagione piena e di successo nel 2024.
Rimarrò in stretto contatto con il capitano di Coppa Davis e mi metterò a disposizione per sostenere la squadra italiana in ogni modo possibile per le fasi finali di Malaga.
Il vostro sostegno mi ha aiutato e continua ad aiutarmi nei momenti più difficili.
Grazie di cuore.
L’INTERVISTA DI BERRETTINI CON WALTER VELTRONI (AD AGOSTO – CORSERA)
«Non poter competere in appuntamenti importanti mi ha fatto conoscere il buio. E il buio sembra non avere fine, sembra ti inghiotta perché invece di stare fermo e rifiatare, ti scavi da solo un abisso. Sono stati momenti brutti, che non mi sono piaciuti. Ma sono stati fondamentali per farmi ritrovare le ragioni della gioia di fare quello che ho iniziato da bambino e che ha occupato tutta la mia vita. Ho ripensato alle origini per ritrovarmi. Il buio mi ha dato lo spazio per farlo».
Ti sei sentito solo in quei giorni? Berrettini risponde che non si è mai sentito solo, visto che ha tante persone che gli vogliono bene, attorno, ma spaesato sì.
«In quei giorni mi sono sentito spaesato, a disagio. Mi sembrava ingiusto che, per qualcosa che atteneva al mio fisico, dovessi ingurgitare tanta cattiveria. Che tutti quelli che avevano tifato sparissero o si tramutassero improvvisamente in giudici o odiatori. In fondo sono stato bloccato dal mio corpo dolente e ho tentato di reagire con tutte le mie forze. Ho pagato io il prezzo più alto. Ecco, questa elementare solidarietà mi è mancata. Mi ha ferito non trovare questa sensibilità».
Durante questo tempo cupo hai mai avuto voglia di dire basta?
«Tante volte, credimi. Nel 2020 ho avuto un’annata complicata e ricordo di aver fatto il pensiero, che mi aiutava a dormire, di prendere il passaporto, non dire nulla ad anima viva e fuggire dove nessuno avrebbe potuto trovarmi. Mi è capitato di pensarci, nei giorni bui. Pensavo ma perché devo subire tutta questa pressione, il senso di colpa per il mio corpo ferito… La vita è una, non ha repliche. Ma poi il tempo, il confronto con gli altri mi hanno fatto capire che io sono felice solo se scendo in campo e respiro quell’atmosfera. E sono infelice se non lo faccio. é una magnifica condanna, che mi sono scelto. E che ancora oggi, di nuovo oggi, mi regala gioia immensa».