ilNapolista

I giovani si scoprono solo quando mancano i soldi: vale per Real, il Barça, in Italia mai (El Paìs)

Questo è il tempo di Gavi, Yamal e Guiu. Negli anni ’80 la crisi generò la mistica della Quinta del Buitre. La crisi è un’opportunità per i giovani

I giovani si scoprono solo quando mancano i soldi: vale per Real, il Barça, in Italia mai (El Paìs)
Barcelona's Spanish forward #38 Marc Guiu celebrates after scoring his team's first goal during the Spanish league football match between FC Barcelona and Athletic Club Bilbao at the Estadi Olimpic Lluis Companys in Barcelona on October 22, 2023. (Photo by Josep LAGO / AFP)

I giovani calciatori di talento hanno un grande amico: la crisi economica. Se ci sono pochi soldi ecco l’occasione: all’improvviso la “cantera”, la “cava”, insomma le giovanili, hanno d’improvviso la possibilità di sversare nel grande calcio ventenni, a volte anche di sedicenni, che altrimenti resterebbero a fare lunghe gavette prima di esplodere. Per El Paìs il segreto è la contingenza. In Spagna funziona così. In Italia no, ma vabbè.

“Si torna a parlare, giustamente, dell’impressionante ritorno che il settore giovanile offre al Barça – scrive Santiago Segurola – Gavi, Lamine, Balde, Fermín e l’uruguaiano Araujo provengono da lì. Pedri arrivava dall’Unión Deportiva Las Palmas, ma ha esordito a 17 anni con la maglia del Barça. L’ultimo è stato Marc Guiu, compagno di squadra di Lamine Yamal nell’ultimo Europeo Under 17″.

Al Real Madrid però non va così. Lì attraversano un altro momento, hanno soldi, non c’è visogno di scavare tra i giovani. Ma il passato dimostra che è una questione di cicli.

“Negli ultimi 40 anni, i due club hanno mantenuto un rapporto variabile con la cava, un sistema produttivo che a volte è stato fondamentale per la buona salute delle loro squadre”. Basta ricordare la “Quinta del Buitre” negli anni ’80 e l’influenza di Cruyff e Guardiola nel decenni successivi.

“In generale, i cambiamenti di prospettiva sono legati alle circostanze economiche di ciascun club. Negli ultimi anni, il Real Madrid ha generato calciatori per guadagnare soldi. Vende tanto e a caro prezzo per mantenere un modello che privilegia l’acquisto costoso di giovani stelle internazionali (Vinicius, Rodrygo, Camavinga, Bellingham).

“Come sta accadendo ora al Barça, il Real Madrid è stato sottoposto a ogni tipo di difficoltà economica. Mentre un club ingaggiava Schuster e Maradona, l’altro prendeva Metgod, dalla squadra olandese Willem II. Anche i suoi acquisti nazionali tra il 1981 e il 1984 non furono entusiasmanti: Bonet (Elche), Juan José (Cadice), Ito (Salamanca), Carcelén (Hércules) e Cholo (Burgos). Non c’è bisogno di spiegare l’enorme impatto della Quinta del Buitre sulla ripresa del Real Madrid, sia dal punto di vista calcistico che economico. Da una crisi brutale è emersa la mistica moderna del Real Madrid, che ora ha destinato la cava a una scena secondaria. Senza questi precedenti probabilmente non avremmo notizie di Marc Guiu, Lamine Yamal, Fermín e Gavi”.

ilnapolista © riproduzione riservata