Al Messaggero: «Molti dimenticano quello che ho fatto. Adesso che siamo in Champions mi vogliono fare fuori? Non è il massimo come riconoscimento»
Il Messaggero ha intervistato in esclusiva il capitano della Lazio, Ciro Immobile. L’attaccante della Nazionale non è disponibile per un problema fisico, il capitano biancoceleste però ha ricevuto qualche critica per un inizio di campionato poco incisivo:
«Forse molti si dimenticano che, quando sono arrivato qui, nel 2016, non era come adesso. Non si sapeva nemmeno chi sarebbe stato l’allenatore. Adesso che facciamo la Champions mi vogliono parcheggiare fuori? Non mi sembra il massimo come riconoscimento. Ma io vado avanti, come ho sempre fatto».
Ecco, parte subito forte Immobile. Bastano 10 partite a far dimenticare chi ha fatto la storia della Lazio?
«A quanto pare sì. Ma solo per alcuni, perché poi anche domenica gli striscioni della Nord e della Maestrelli mi hanno emozionato, mostrandomi il loro sostegno in un momento delicato. Ora c’è solo un piccola parte della gente, che non so nemmeno se definire veri tifosi della Lazio, che mi contesta».
Nostalgia Milinkovic-Savic?
«Manca a tutti. Ma quanto volte l’addio di un grande campione fa emergere la forza del gruppo? I rinforzi hanno sofferto l’inizio, come successe a noi i primi tempi con Sarri, ma ora già sono dentro gli schemi e il suo calcio. Nuovi e veterani insieme, dobbiamo essere bravi a sopperire all’assenza di Sergio sia a livello tecnico che nello spogliatoio. Lui ha fatto la sua scelta in estate».
E sull’Arabia? Immobile ha pensato di andarsene?
«È una soluzione che avevo preso in considerazione quest’estate quando era arrivata qualche offerta, poi però ho deciso di rifiutarla per la Nazionale e la Champions. Dopo un inizio di campionato così, qualche domanda me la sono fatta, specialmente dopo le critiche di alcuni. Questo mi fa male, anzi mi fa vacillare. Alcuni giorni, quando ero più giù di morale, ho pensato “era meglio se me ne andavo”».
Ma è vero che Immobile non vuole un vice?
«Da un lato mi fa piacere che si pensi che io abbia così tanto potere qui da decidere chi acquistare e in quali ruoli, ma il mio unico “potere”, in quanto capitano, sta nello spogliatoio. Fuori, può al massimo esserci stata qualche chiacchierata su qualche rinforzo».
«Mi ha fatto molto piacere che mi abbia dato la fascia da capitano, è stato un gesto importante che non mi aspettavo. Farà un bel percorso perché parla molto con i giocatori, le motivazioni sono fondamentali e lui riesce sempre a darle a ognuno».
E su Raspadori:
«È umile e ha il veleno, tecnicamente bravo, ha personalità e sa fare tutto. È entrato nell’Europeo ed è continuo pur avendo davanti Osimhen e non giocando spesso».
Lazio a vita?
«No, io non so cosa succederà a gennaio o a giugno. Non ho mai avuto paura di mettermi in discussione, né quando sono andato all’estere né quando sono tronato qui. Intanto devo tornare in forma e in campo al meglio. Chiudere la carriera alla Lazio? Ora direi di no perché sono in un periodo negativo e sono infortunato, ma se avessi fatto 20 gol direi di sì».