Su Repubblica. Tra Dazn e Sky si partirebbe da 820 milioni per la prossima stagione, ossia 140 in meno. I club pronti alla rivoluzione
Diritti tv Serie A. Lunedì la commissione della Lega Serie A – ne fa parte anche De Laurentiis con Lotito, Percassi, Cappellini (Inter) e Campoccia (Udinese) – incontrerà i club. Scrive Repubblica che è
l’ultimo atto della infinita trattativa privata con Sky e Dazn per assegnare i diritti televisivi per la Serie A dal 2024 al 2029, cinque anni di calcio italiano.
Se dovesse andar male, si avanza l’idea del canale della Lega.
Diritti tv Serie A
La partita è soprattutto una questione di numeri. Il ritornello che si sente spesso, tra i club, è questo: “A meno di 900 milioni a stagione non si discute neppure”. A quella cifra (auspicabilmente anche oltre), molti club si convincerebbero ad assegnare. Ma c’è ancora un bel passo da fare, per arrivarci.
Le offerte infatti arrivano a una media di 880 milioni all’anno (680 da Dazn e 200 da Sky, compresi i diritti per i bar) ma a crescere: si parte bassissimi, da 820 per la stagione 2024/25 a salire, soprattutto nel quarto e quinto anno, e con percentuali sui ricavi da condividere. Per le squadre di Serie A vorrebbe dire però perdere nel prossimo campionato 140 milioni rispetto alla stagione in corso. Per molti, in Lega, una formula irricevibile. Incassare meno prima, per poi ricevere la differenza più avanti, non convince i club. Sarebbe un salto nel buio. Ma ieri in Lega sono arrivate voci gelide: non aspettatevi rilanci dalle tv. Se le piccole sembrano più disposte a scendere a compromessi, altri sono pronti a bocciare le offerte: i 7 voti che servono ci sarebbero già. E il canale è una tentazione reale. (DA LEGGERE IL PEZZO DEL FINANCIAL TIMES)
Immaginate di comprare solo la partita che vi interessa. O solo quelle della vostra squadra. Oggi è impossibile, ad agosto chissà. Perché oggi, per la prima volta, la Serie A pensa davvero all’idea di non assegnare i diritti tv. E sviluppare un canale tutto suo, che le darebbe più elasticità. Possibilità che piace ad alcuni club dalla visione imprenditoriale: Juve, Inter e Milan. Altri preferiscono la via più nota, e questo rischia di aprire una nuova spaccatura tra le squadre del campionato lunedì prossimo, in un’assemblea da cui dipende il futuro del calcio italiano.