A L’Equipe: «Non è ancora al livello della Champions. Mbappé è un grande capitano, è egoista solo in campo»
Didier Deschamps ha parlato a l’Equipe della Nazionale francese, che potrebbe qualificarsi a Euro 2024 già il 7 settembre.
A proposito della situazione di Kylian Mbappé fino a poco fa.
«La situazione che era complicata si è normalizzata. Tanto meglio. Sarebbe comunque venuto in Nazionale a settembre».
Lo hai spinto a giocare di nuovo o a riavvicinarsi al Psg?
«No, non mi faccio coinvolgere. Non è il mio ruolo. Scambio parole con lui, come con altri giocatori, ma questa è la loro carriera. Non sono un consulente. Al massimo do loro un’opinione se me la chiedono. Certo, essere in pieno possesso dei propri mezzi senza poter giocare con il club, sarebbe stato impossibile.»
Il suo futuro deve essere risolto prima dell’inizio della preparazione?
«Non necessariamente. Non credo che ci sia il rischio di perdere energie. Per far perdere la tranquillità a Kylian… Colui che lo farà non è ancora nato.»
È stato il tuo capitano dalla fine del Mondiale. Qual è la tua prima valutazione?
«Il bilancio, se dobbiamo già farlo, è molto positivo. Ha una legittimità interna che è totale. Ha questa capacità di creare il legame tra il vecchio e il nuovo. Non gli pesa, lo fa naturalmente. Egoismo? Fa parte del suo ruolo di attaccante ed è una qualità. Ma per il resto è tutt’altro che egoista. Ha una visione collettiva, con la capacità di fare la differenza da solo. Ma questo non significa che trascuri gli altri. È ambizioso, vuole tutto molto velocemente, ha già fatto molto, ma vuole ancora fare di più. Questo è logico rispetto alla sua storia nella Nazionale francese. Giocare con Dembelé e forse con Kolo Muani non può che essere positivo. Se hanno un’esperienza di club, tanto meglio».
In otto mesi ci sono stati molti cambiamenti…
«Ad un certo punto, l’allenatore, si ritrova solo. E mi piace stare da solo. Non sono meno supportato di prima. I pochi mesi con Philippe Diallo non possiamo confrontarli con tutto ciò che abbiamo vissuto con Noël Le Graët (l’ex presidente della federcalcio francese). La cosa più importante per me è che il mio presidente non comunichi decisioni sulla squadra francese tramite i media fino a quando non gliel’ho detto io di persona.»
Come può diventare il campionato saudita secondo te?
«Diventerà più competitivo, visti i giocatori e gli allenatori che stanno arrivando. Sta iniziando a essere trasmesso in televisione. Ovviamente seguiamo le partite. Non ti nascondo che quando ci sono 45 gradi, la prima mezz’ora va bene, ma poi, in termini di ritmo, è più difficile. Non è ancora a livello della Champions League, ma è un buon livello per i giocatori presenti.»
Come ha accolto con favore l’assoluzione di Benjamin Mendy? È sempre selezionabile dalla Nazionale?
«La violenza contro le donne, come tutte le altre forme di violenza del resto, è intollerabile, inaccettabile. Deve ovviamente essere combattuta, giudicata e condannata, se necessario. Per quanto riguarda Benjamin, mi attengo ai fatti. Sono state presentate denunce, è stato trattenuto in custodia cautelare, le autorità inglesi hanno indagato, poi è stato dichiarato non colpevole ed è stato quindi assolto. Il tribunale dei media lo aveva già condannato. Le decisioni della corte ci sono imposte e credo che dobbiamo rispettarle e non commentarle. Benjamin non è stato in grado di giocare per due anni. Vuole ricominciare la sua carriera a Lorient. Dal momento in cui la giustizia lo ha dichiarato non colpevole, non vedo perché dovrei considerarlo ineleggibile, anche se il suo ritorno non è all’ordine del giorno».