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Dani Alves rimarrà in carcere per decisione dell’Alta Corte di Barcellona (El Mundo)

Secondo il tribunale catalano la decisione della ragazza di entrare nel bagno con l’ex terzino non era un assenso al rapporto sessuale.

Dani Alves rimarrà in carcere per decisione dell’Alta Corte di Barcellona (El Mundo)

L’Alta Corte di Barcellona ha decretato che Dani Alves rimarrà in carcere. Le accuse di violenza sessuale nei confronti di una 23enne hanno spinto il tribunale catalano a respingere il ricorso dei legali del brasiliano facendolo restare dietro le sbarre. Secondo loro la ragazza era entrata di sua spontanea volontà nel bagno insieme all’ex terzino di Barça e Juventus e questo rappresentava un consenso al rapporto sessuale. I giudici che hanno deciso di far restare le cose come sono non sono dello stesso avviso.

Dani Alves, le parole del Tribunale di Barcellona

Il quotidiano spagnolo El Mundo riporta le motivazioni dietro questa scelta e spiega anche quali siano le accuse che hanno portato Alves ad essere prima arrestato e poi carcerato:

«Si insiste parecchio sul comportamento della presunta vittima prima di entrare in bagno. Dobbiamo ricordare che tale comportamento, anche se fosse un tipico corteggiamento sessuale tra due adulti come sostiene la difesa, non può in alcun modo giustificare una successiva violenza sessuale».

Questa quindi la scelta che delinea anche quali siano le strade presa da accusa e difesa in questa situazione. Per i legali di Alves, la scelta della ragazza di andare nel bagno del Sutton la sera del 31 dicembre insieme all’ex giocatore è stata presa di sua spontanea volontà, rendendo di fatto nulla la condizione di forzatura suggerita invece dall’accusa. Quest’ultima ha fatto parecchia pressione sul fatto che, nonostante potesse anche essere vero che la ragazza fosse entrata di sua sponte nel bagno, in realtà ciò non delineasse un chiaro assenso al rapporto sessuale. Come continua anche El Mundo nel suo pezzo infatti:

«Ciò che è accaduto prima dell’ingresso nel bagno di Alves e la vittima non determina né che abbia acconsentito al rapporto sessuale con la penetrazione che è accreditata né che abbia mentito al riguardo. La dichiarazione della donna ha caratteristiche di affidabilità sufficienti in questa fase procedurale e gli elementi di conferma sono vari».

Resta quindi da capire quali saranno le conseguenze di tale decisione.

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