“A che punto l’eccezionale diventa routine? Questa supremazia accuratamente coreografata non scalda le persone”
Magari poi la Champions la vince l’Inter. Intanto, però, che la vinca il City pare cosa abbastanza scontata in Inghilterra. Tanto che i giornali si interrogano già da un po’ sul valore persino filosofico di questo dominio. Il Telegraph, la definisce “una storia di potere contundente“. Il Guardian aveva più volte criticato duramente la genesi di questo carrarmato.
Oliver Brown scrive che per i tifosi anziani del City il club di oggi “è irriconoscibile. Quella che una volta era una passione masochistica ora è un progetto, una ricerca del dominio su una scala che il gioco non ha mai visto. Se il City completasse il triplete contro l’Inter, c’è la sensazione che l’impresa non sarebbe un valore anomalo, ma solo una cosa che intensificherebbe il loro desiderio di ripetersi l’anno prossimo e l’anno dopo, finché l’insaziabile Pep Guardiola sceglie di restare. Ma a che punto l’eccezionale diventa routine? A che punto questa supremazia accuratamente coreografata inizia a lasciare le persone un po’ fredde?“
Il punto, per l’editorialista del Telegraph è che “affinché lo sport si insedi nella coscienza collettiva, di solito deve esserci una parvenza di insicurezza o pericolo, un senso di superamento delle probabilità. Con il City, questi sentimenti raramente sono incoraggiati dal loro dominio“.
C’è poi il problema delle “115 presunte irregolarità finanziarie, tutte contestate vigorosamente dal City ma che danno comunque motivo ai loro detrattori di mettere un asterisco accanto a ogni loro trionfo. Eppure gli scrupoli vanno più in profondità”.
“Genera vera passione il City al di là del coro Blue Moon? Merita di essere considerato qualcosa di più di un glorificato esperimento scientifico? L’enigma è forse meglio incapsulato da Erling Haaland, un centravanti di una perfezione così poco plausibile che quasi ti chiedi se ci sia un circuito elettronico in agguato sotto quel placido aspetto esteriore. Si potrebbe anche dire che è un giocatore modellato a macchina a immagine del City, facile da ammirare ma difficile da amare“.