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Caso Negreira, il figlio invia ad alcuni arbitri whatsapp con cui si dissocia dal padre (Marca)

Nel messaggio: «Siete stati vittime della paura con cui si cresce nell’arbitraggio e mi avete pregiudicato come il mondo del calcio ha sempre fatto con voi, ingiustamente».

Caso Negreira, il figlio invia ad alcuni arbitri whatsapp con cui si dissocia dal padre (Marca)

Javier Enríquez Romero, figlio dell’ex arbitro Negreira accusato di corruzione, ha inviato messaggi su whatsapp ad alcuni arbitri per spiegare la sua posizione sul caso del padre; nei testi, appare la dicitura «Non sono nemmeno Negreira», suggerendo che non si sarebbe più fidato dell’ex arbitro.

I messaggi sono stati inviati questa settimana; successivamente, hanno deciso di indagare su di lui per presunto riciclaggio di denaro. Fino a questo momento, il figlio di Negreira non era mai stato accusato e ha rifiutato di fare dichiarazioni al Marca. Il quotidiano spagnolo ha avuto accesso ad uno dei messaggi whatsapp inviato ad uno degli arbitri:

Ehi, fino ad ora non ho scritto perché visto l’atteggiamento del Cta e del vostro presidente, so che vi ha coinvolto. A proposito, dovresti sapere che lo stesso giorno in cui è uscita la notizia ho contattato Luis Medina e Carlos Clos, per spiegare tutto quello che sapevo, cercando di chiarire e aiutare in ogni modo possibile. Naturalmente non osava chiedermelo, preferiva il vittimismo e partecipare al linciaggio e al processo popolare. Ho avuto molti segnali di rispetto, affetto e fiducia. Anche se tra gli arbitri c’è di tutto, e mi sento anche un po’ deluso, ingannato e vuoto. Soprattutto per alcuni di voi che pensavano di conoscermi bene. Fin dall’inizio siete stati vittime della paura con cui si cresce nell’arbitraggio e mi avete pregiudicato come il mondo del calcio ha sempre fatto con voi, ingiustamente. Nel tuo caso, mi fa male quello che l’intero caso ti ha precipitato addosso. Immagina come lo sto vivendo… Per quanto riguarda me e tutto ciò che ci ha uniti, puoi essere assolutamente tranquillo e fiducioso. È vero che non ho negato pubblicamente le barbarie della falsità, delle supposizioni e delle sciocchezze che sono state pubblicate, ma ero fiducioso che per molti non fosse necessario farlo. È anche possibile che vi abbiano fatto confondere i rapporti tecnici con lo spionaggio, o la preparazione mentale con la persuasione e le influenze corrotte… Penso che sia patetico. Il mio lavoro è sempre stato riservato. Non ho mai condiviso nulla con le persone con cui lavoro (giocatori, tecnici, arbitri e/o club). Fino ad ora, leggendo la stampa e ascoltando gli sciocchi installare idee nella tua testa hai avuto una scusa per pensare male di me, ora ti ho già detto qualcosa di vero, e solo tu diventi responsabile di pensare male. Il mio telefono è sempre stato e continuerà ad essere disponibile per quelli di voi a cui tengo, non per la stampa. Chiedimi tutto quello che vuoi. Quando tutto sarà finito sarò lieto di ricevere un vostro messaggio, non so se sarà di affetto, scuse o cosa… ma sarà ben accolto. Ho intenzione di continuare a fidarmi delle persone come ho sempre fatto. (Potrei non fidarmi di uno in particolare, ma questo è un argomento familiare)”.

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