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Serie A e diritti televisivi: dal 2018, meno calcio live in tv

Repubblica spiega come potrebbe cambiare la trasmissione del calcio in Italia: la nuova asta nei prossimi mesi, l’idea è di copiare il meglio dei sistemi di Liga e Premier League.

Serie A e diritti televisivi: dal 2018, meno calcio live in tv

Come cambia o potrebbe cambiare la Serie A in tv. Un primo prospetto arriva da Repubblica, che in un articolo a firma di Stefano Scacchi spiega le modalità con cui potremmo assistere ai match del massimo campionato a partire dal 2018, ovvero quando scatterà il nuovo triennio di diritti televisivi. L’asta inizierà nei primi mesi del 2017, e nel frattempo l’Italia del calcio studia i modi migliori per poter piazzare il prodotto ai broadcaster: la prima idea è quella di avvicinarsi alla Liga, che propone orari diversi per tutte le partite in programma:

«A sud dei Pirenei si parte il venerdì sera alle 20.45, si passa al sabato alle 13, poi alle 16.15 e così via fino alla domenica alle 20.45: dieci gare, dieci orari diverse. Per la gioia delle tv che in questo modo possono offrire un prodotto senza concorrenza calcistica. E per la felicità di chi deve vendere i diritti internazionali avendo a disposizione numerose alternative per intercettare la prima serata dei palinsesti dell’Estremo Oriente, il nuovo Eldorado del calcio europeo».

La seconda new way potrebbe essere quella mutuata dalla Premier League inglese e suggerita qualche giorno fa dall’amministratore delegato del Bologna Fenucci: la riduzione del numero di partite da trasmettere in diretta, con un blocco di match contemporanei che non sarebbe possibile vedere in tv. In Inghilterra è quella del sabato pomeriggio, in Italia potrebbe essere quella “classica” della domenica alle 3. Questo sarebbe il contrappasso per l’aumento degli slot spiegato sopra, ma permetterebbe anche l’aumento della valorizzazione del prodotto in relazione agli stadi: partite non trasmesse alla tv dovrebbero essere per forza seguite allo stadio.

Secondo Repubblica, la riforma potrebbe essere “spinta” da Juve e Roma (con possibili alleate in in Napoli, Bologna, Fiorentina e Sassuolo), in attesa del nuovo asset delle milanesi. Il calcio del futuro sarà ancora in tv, ma forse cambierà qualcosa. Vedremo se e quanto servirà per aumentare il valore del prodotto e non perdere i (vitali) ricavi dei diritti.

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