Lui e De Laurentiis riescono a dire tutto e il contrario di tutto. Forse la cena ha chiarito la situazione a loro, ma agli altri hanno fatto capire poco
Sulla Gazzetta dello Sport Maurizio Nicita si sforza di trovare la giusta lettura delle parole che De Laurentiis e Spalletti si stanno rivolgendo a distanza e che dicono tutto e il contrario di tutto.
“Premessa. Qui proviamo a riassumere i fatti e non è semplice trovare la lettura giusta visto che i protagonisti della vicenda – Aurelio De Laurentiis e Luciano Spalletti – riescono a dire tutto, ma anche il loro contrario. Non accusiamo nessuno di incoerenza, anzi all’allenatore va riconosciuta una onestà intellettuale che non può nascondere secondi fini. Per cui nella conferenza stampa di ieri si parte con dichiarazioni che preludono a un addio e si chiude con frasi dagl’intenti opposti. Due facce della stessa medaglia: ognuno può ammirare quella che gli piace di più credendo (o illudendosi?) che il tecnico possa ritrovare il feeling con il presidente o ritenendo ormai il divorzio un fatto”.
Una telenovela che va avanti dal 24 marzo, scrive Nicita, quando De Laurentiis ufficializzò di fronte alla stampa di aver bloccato Spalletti fino al 2024
“e andata avanti fra mezze battute, proclami, ironie e una cena che dovrebbe aver chiarito tutto. Magari fra loro, perché agli altri hanno fatto capire poco”.
Ieri il tecnico del Napoli ha detto che il “tarpare le ali” di cui ha parlato il presidente «non è inerente a ciò che ci siamo detti a cena» ed ha aggiunto di non aver bisogno di un paio di ali ma di un paio di stivali.
La rosea scrive:
“Quando si parla di stivali l’uomo di Certaldo si riferisce alla sua tenuta in campagna. Ha intenzione di smettere?”.