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Spalletti prepari i tappi di cera, protegga il Napoli da Saviano e dagli altri che verranno

Il club stia lontano da autolesionistiche polemiche di opinionisti di calcio dell’ultimora. Il complottismo può solo danneggiare la squadra

Spalletti prepari i tappi di cera, protegga il Napoli da Saviano e dagli altri che verranno
Venezia 05/09/2019 - Festival del Cinema di Venezia / foto Insidefoto/Image nella foto: Roberto Saviano

Il riferimento dev’essere Ulisse e il suo passaggio davanti all’isola delle sirene (che poi sarebbe Capri). Per resistere all’ammaliante canto delle affascinanti e pericolose creature, Ulisse – ascoltando il consiglio di Circe – si fece legare all’albero della nave e diede tappi di cera all’equipaggio in modo che non rimanessero vittime dell’incantesimo. Diede istruzioni ai suoi uomini di non badare ai suoi gesti, disperatamente avrebbe cercato di farsi liberare. Ma loro avrebbero dovuto rigare dritto. Ulisse, però, volle ascoltare quel canto irresistibile e, come previsto, si dimenò e supplicò di essere liberato. Per sua fortuna invano. Il consiglio di Circe si rivelò prezioso. Doppiata l’isola, Ulisse e i suoi videro i resti delle ossa dei marinai che non resistettero all’incantesimo.

Spalletti faccia come Ulisse, prepari i tappi di cera per il Napoli. Non avevamo dubbi: si è immediatamente ricreato il clima di novembre, con una serie infinita di polemiche per gli arbitraggi. Stavolta ci si è messo anche Roberto Saviano che alla Gazzetta ha rinfocolato – ove mai ce ne fosse stato bisogno – il clima complottistico e ha lanciato l’allarme per il vento del Nord che potrebbe soffiare in direzione ostinata e contraria al Napoli. Parole melodiose per la gran massa di tifosi che scorgono ovunque complotti internazionali e planetari per evitare che il Napoli vinca al campionato. È dura da accettare per tanti napoletani, eppure Libero ha ragione da vendere su Saviano: sono discorsi da bar. Che magari portano ulteriore consenso a livello personale, di certo non agevolano il club. Il punto è che il Napoli oggi è primo in classifica, occuparsi del Napoli attira l’attenzione e quindi da qui ai prossimi mesi ci imbatteremo in tante incursioni sul Calcio Napoli.

Incursioni che non portano nulla di buono. Il Napoli dovrebbe evitare come la peste questa corrente complottistica. Sarà impossibile, temiamo. Lo scrivemmo: se il Napoli fosse in Valle d’Aosta, avrebbe già vinto. Napoli invece è terreno di conquista, ognuno arriva e si sente di dovere di imprimere il proprio marchio a una storia che non gli appartiene. Questo Napoli è primo in classifica perché distante da Napoli, profondamente distante dall’umore e il chiacchiericcio della piazza, intellettuali o presunti tali in testa. È il Napoli costruito mentre De Laurentiis non poteva farsi vedere in pubblico (allora gli intellettuali tacevano, anzi erano con gli A16). Mentre il club allestiva una delle campagna acquisti più straordinarie del nostro calcio, i tifosi chiedevano la testa sua e di Giuntoli, lo volevano a Bari: sull’A16 appunto. A Spalletti il benservito glielo avevano già dato con uno striscione ignobile sulla Panda rubata. Su Kim, uno dei migliori acquisti della storia del club, venne fatta ironia spicciola ricordando il pacchetto di sigarette. Ora ci si mette anche Saviano, e altri arriveranno. Magari a lamentarsi della designazione dell’arbitro Sozza.

Chi ha a cuore le sorti del Napoli, stia lontano da tutto questo. Alimentare il complottismo può solo danneggiare club e squadra. Contribuisce ad alimentare tensione e a creare un clima insostenibile in cui, storicamente, il Napoli non riesce a respirare. Siamo certi che a Castel Volturno tutto questo lo sappiano perfettamente. Speriamo che basti. È dura tenere a freno un ambiente del tutto disabituato a vincere e a competere per vincere. Se poi ci si mettono anche nuovi agenti esterni, la situazione diventa insostenibile.

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