Alla Gazzetta: «Non c’è mai stata un’inchiesta vera. Il mio preferito è Kvaratskhelia perché è uno che ha detto no a Putin»
Roberto Saviano intervistato dalla Gazzetta dello Sport.
«Gomorra» è uscito nel 2006, l’estate di Calciopoli; «Cuore puro» ora, nella bufera delle plusvalenze. Quanto è puro il cuore del calcio?
Saviano: «A parlarne si rischia di apparire cialtroni o mitomani. Impossibile discutere dei soldi riciclati nel calcio dalla criminalità organizzata che pure è importantissimo. Le curve spesso sono hub di narcotraffico evidenti. Non è un caso che diversi noti narcotrafficanti siano capi ultrà. Non c’è mai stata un’inchiesta vera. L’unica quella che stava conducendo il p.m. Narducci a Napoli che portò a Calciopoli, ma fu bloccata, perché non mirava a denunciare brogli, ma voleva dimostrare come il denaro veniva lavato nei club, anche attraverso la cessione di giocatori. Il calcio è inattaccabile».
Cosa teme da qui allo scudetto?
«Da tifoso: che non ce lo facciano vincere… Che si metta in moto la grande macchina che spinge le squadre del Nord. Seconda paura: come ripartiremo dopo il Mondiale. C’è solo una cosa peggiore degli infortuni: stare fermi. Con l’Inter, gara chiave, scopriremo se siamo quelli di prima».
Spalletti ha dei meriti.
«Mourinho e Zeman? No, il vero filosofo del calcio è uno solo: Luciano Spalletti. Non a parole, ma nell’applicazione di un’idea. Ha imposto la sua ossessione per il gruppo, con alternanze tipo Raspa-Simeone che mantengono tutti in equilibrio. Ha costruito una squadra vera, è l’anti CR7, l’anti-Messi».
Il giocatore preferito?
«Kvaratskhelia. Mio padre me lo aveva segnalato prima che ci pensasse il Napoli. Lo aveva visto nell’Under 21. Mi piace perché non ha la faccia del calciatore, ma di un bambino timido che gioca in strada. E poi perché giocava in Russia, e alla scoppio della guerra è tornato in patria, anche a costo di perdere le chiamate dei ricchi club tedeschi. Il Napoli è stato bravo a inserirsi. Per me Kvara è uno che ha detto no a Putin, anche se non parla mai delle pressioni subite quand’era al Rubin Kazan».