Sulla Gazzetta gli stralci dell’interrogatorio: «Sono stato contattato da giocatori di altre squadre che cercavano un accordo, gli ho spiegato quello che avevamo fatto noi».
Tra gli atti dell’indagine su plusvalenze e stipendi della Juve è emerso ieri il contenuto della testimonianza di Giorgio Chiellini, ascoltato dai magistrati lo scorso 4 aprile. Un botta e risposta in dieci pagine in cui il difensore, tra tanti “non ricordo” e “prendo atto” ricostruisce la trattativa sugli stipendi, condotta con i compagni per conto del club bianconero. Ieri La Repubblica ne ha scritto diffusamente. Oggi lo fa anche la Gazzetta dello Sport.
L’accusa dei pm è che la Juventus avrebbe dovuto contabilizzare gli stipendi in maniera diversa nel bilancio. I magistrati sostengono che il club non avrebbe dovuto certificare un beneficio di 4 mensilità (90 milioni), ma soltanto di una perché gli altri tre stipendi erano stati garantiti ai giocatori, tramite scritture private ritrovate durante le
perquisizioni, come “premio di permanenza” o “incentivo all’esodo” negli anni successivi.
La Gazzetta dello Sport riporta alcuni stralci della testimonianza di Chiellini. Al difensore è stato chiesto chi dei compagni fosse favorevole al taglio fittizio e come comunicò con loro. Chiellini risponde:
«Non è stato facile parlare con i miei compagni, ma hanno accettato con la promessa che, se la stagione fosse ricominciata, saremmo stati ricompensati e qualcosa avremmo ripreso. Tra noi abbiamo comunicato con telefono e chat. È stata fatta a pezzi. Ognuno aveva la sua opinione, non è stato semplice. Non ricordo con esattezza chi era favorevole e chi no, la disponibilità c’è stata da parte di tutti. A noi la rinuncia a prendere denaro per qualche mese non ci cambia. Ci tenevamo, invece, che tutto lo staff fosse retribuito regolarmente».
Altra domanda del pm: cosa succedeva se un giocatore andava via? Chiellini:
«Quello che a me è stato messo in busta l’anno dopo, sarebbe stato dato a chi andava via come incentivo all’esodo».
Domanda del Pm: il recupero delle tre mensilità della stagione 2020-21 era certo o condizionato secondo l’accordo preso a marzo? Chiellini:
«Nelle stagioni successive era certo, qualcuno però lo aveva “spalmato” su più di un anno».
Domanda dei pm: premesso che non l’ha fatto lei, nel comunicato si dà atto delle quattro mensilità ma non vi è riferimento a tre mensilità, ad “accordi raggiunti”, o ad incentivi all’esodo. Chiellini:
«Ne prendo atto. Ricordo che sono stato contattato da qualche altro giocatore di altre squadre, stavano anche loro
cercando di trovare un accordo e gli ho spiegato quello che avevamo fatto noi. Ai colleghi che mi hanno contattato, ho risposto che una parte ci sarebbe stata restituita l’anno successivo, negli anni successivi».
E ancora, scrive la Gazzetta, nelle pagine seguenti:
«Tutti eravamo comunque a conoscenza che il comunicato stampa sarebbe stato diverso dagli accordi. […] Noi abbiamo rinunciato per il bene della società, poi nel bilancio non so cosa abbiano messo. O meglio: so che hanno messo i 90 milioni di rinuncia. Non so se era corretto o meno farlo».