Sul CorSport l’inchiesta sul procuratore capo e le responsabilità del presidente Aia. D’Onofrio era già agli arresti quando fu nominato all’Aia, chi lo incontrò?
D’Onofrio, firme false, rimborsi spese fittizi. Le pesanti accuse della Procura Figc a Trentalange
Ieri la Procura Figc ha chiuso l’indagine sul caso D’Onofrio, il procuratore capo dell’Aia arrestato per traffico internazionale di droga. Gli investigatori hanno rilevato la responsabilità del presidente dell’Aia, Trentalange, che ora rischia il deferimento. La Procura ha evidenziato “comportamenti disciplinarmente rilevanti” a carico del numero uno degli arbitri. In particolare, Trentalange avrebbe violato il dovere di comportarsi secondo i principi di lealtà, probità e correttezza. Nelle motivazioni della Procura sono addirittura sette i capi di accusa imputati a Trentalange, scrive La Stampa. Per questo motivo, il presidente della Figc, Gabriele Gravina, ha convocato un Consiglio federale per il prossimo 19 dicembre in cui sarà deciso qualcosa sulla situazione dell’Aia: si potrebbe arrivare al commissariamento.
Il Corriere dello Sport, con Edmondo Pinna, oggi scrive diffusamente della questione.
“A Trentalange sono mosse accuse pesanti, che il presidente dell’Aia sarebbe pronto a confutare. Un ruolo decisivo per dare una spinta all’inchiesta, l’ha (avrebbe avuto) anche il Ministro dello Sport, Abodi, infastidito (dicono) non poco dalla replica di Trentalange a Nicchi su chi avesse presentato chi. Cosa che è stata accertata dalla Procura federale e che ha mandato di traverso la colazione allo stesso Abodi”
Sono diversi i nodi su cui la Procura Figc ha voluto fare chiarezza. Innanzitutto c’è il giallo delle dimissioni di Rosario D’Onofrio.
“Il primo nodo riguarda le dimissioni di D’Onofrio che Trentalange avrebbe presentato al Comitato Nazionale di Caltanissetta il 12 novembre su un foglio firmato recante la data del 9 novembre, inviato dalla mail del fratello di D’Onofrio, Giuseppe (anche lui facente parte dell’Aia, settore tecnico, del quale pare invece ora non faccia più parte). Ebbene: quando la mail è stata inviata, Rosario D’Onofrio era già stato arrestato; ancora, quando è stata firmata, il 9, lo stesso ex pm arbitrale si trovava a Roma proprio all’Aia e non aveva espresso la volontà di dimettersi. C’è poi il mistero della firma: Rosario D’Onofrio invece di D’Onofrio Rosario, come era solito firmare i suoi documenti. È stata falsificata?”.
Ancora: D’Onofrio era già agli arresti quando fu nominato all’Aia. Chi lo incontrò? Pinna scrive:
“Un aspetto è rilevante: gli 007, con i faldoni della DDA di Milano, hanno accertato che D’Onofrio era sottoposto agli arresti da maggio 2020 a settembre 2022, prima in carcere (maggio-settembre 2020) poi ai domiciliari. Come è stato possibile che l’Aia lo abbia visto per nominarlo Procuratore?”.
C’è poi il rapporto di amicizia tra Trentalange e D’Onofrio: per questo motivo il presidente dell’Aia ha favorito il procuratore. Pinna scrive:
“Secondo gli accertamenti della Procura, Trentalange era legato a D’Onofrio ‘da consolidato rapporto personale’, visto che contattò telefonicamente Andrea Sandroni (nel testo c’è un refuso): all’ex vice presidente della Commissione Disciplinare Nazionale, che aveva riscontrato ‘negligenza ed inadeguatezza professionale’ di D’Onofrio, chiese ‘di non assumere nuove iniziative contro Rosario D’Onofrio’, interferendo con l’attività, le prerogative, l’autonomia e l’indipendenza di un organo di giustizia sportiva”.
Ancora, c’è il caso rimborsi.
“D’Onofrio, secondo la Procura federale, ‘ha presentato richieste di rimborso spese allegando biglietti ferroviari falsificati, e mai emessi dalla società di gestione dei servizi di trasporto, creando un danno economico di rilevante entità alla Figc e all’Aia’ non essendo quasi mai venuto a Roma e partecipando ‘solo a pochissime riunioni in presenza’. Incredibile, visto che era stato il pm di Rimborsopoli”.