“Non ci vuole un esperto di tattica per capire che dominano ma non concludono mai. Rodri ad un certo punto ha tirato da 32 metri per disperazione”
Il 6 dicembre 2022 potrebbe passare alla storia come il giorno della morte definitiva del tiki taka. Perché l’onta dell’eliminazione ai Mondiali contro il Marocco, con 1.050 passaggi per un tiro solo non è solo più una questione nazionale e basta. La maledizione del possesso palla sterile finisce anche sul New York Times. E’ l’internazionalizzazione della sconfitta filosofica.
“Il problema della Spagna – scrive il Nyt – non richiede analisi particolarmente complesse o una conoscenza approfondita di tattiche e sistemi per essere compreso. La Spagna domina le partite ma non segna. Non abbastanza, comunque. Non il numero di gol che la sua capacità tecnica, il suo fascino estetico e la sua raffinatezza stilistica garantirebbero”.
Il Nyt sottolinea anche che la Spagna non segna e non fa segnare. “In quattro partite di questo Mondiale — per un totale di 390 minuti — l’unico gol che ha concesso, contro il Canada, se l’è fatto da solo”.
Ma il punto è un altro. “Il Marocco ha tenuto a bada gli spagnoli con perizia”. “La squadra di Luis Enrique ha minacciato solo di sfuggita”. Ma “forse la più grande testimonianza dell’ostinazione del Marocco è arrivata tardi nei tempi regolamentari, quando Rodri – un centrocampista centrale schierato come difensore centrale – si è fatto avanti e ha tirato, più nella speranza che nell’aspettativa, da 32 metri. La squadra di Regragui avrebbe dovuto prenderlo come un complimento. Agli occhi degli spagnoli, vale quanto un’ammissione di sconfitta”.
Alla fine, scrive il New York Times, la Spagna per tirare in porta davvero ha dovuto aspettare i rigori. E ne ha sbagliati tre. Evidentemente non è più abituata a tirare in porta, aggiungiamo noi.