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Regragui, il signor nessuno scelto dal Marocco per riportare la calma in Nazionale

El Mundo racconta la storia recente della Nazionale marocchina. Troppi litigi con Halihodzic che aveva fatto fuggire Ziyech

Regragui, il signor nessuno scelto dal Marocco per riportare la calma in Nazionale
Morocco players throw Morocco's coach #00 Walid Regragui in the air as they celebrate winning the Qatar 2022 World Cup Group F football match between Canada and Morocco at the Al-Thumama Stadium in Doha on December 1, 2022, to advance to the round of 16. (Photo by Paul ELLIS / AFP)

Solo tre mesi fa Walid Regragui, ct del Marocco, era disoccupato. Lo racconta El Mundo:

Solo tre mesi fa, alla fine di agosto, Walid Regragui ha ricevuto una chiamata inaspettata. Con un curriculum scarso come allenatore, la Federazione marocchina ha offerto a questo ex giocatore del Racing di Santander la Nazionale. La Federazione voleva riportare un po’ di calma in un gruppo spaccato dai metodi dell’irascibile Valhid Halihodzic che aveva litigato, tra gli altri, con Ziyech, provocandone l’abbandono della Nazionale.

El Mundo fa un ritratto della selezione marocchina e del suo commissario tecnico e sottolinea come, nonostante la poca esperienza e un palamares più che modesto, l’allenatore Regragui sia riuscito a portare il Marocco agli ottavi battendo Belgio e Canada.

Di lui scrive El Mundo:

Regragui ha dimostrato di saper prendere decisioni durante le partite, di saper attuare cambiamenti chiave, come avvenuto con i calciatori che hanno segnato al Belgio (Sabiri). I giocatori lo hanno ringraziato buttandolo al cielo dopo aver battuto il Canada e aver ottenuto la qualificazione. “Non siamo una squadra, siamo una famiglia”, ha detto Hakimi. “Il nostro gruppo ha una buona mentalità. Dal primo giorno qui ci siamo detti che era tempo di cambiare la mentalità di tutti i giocatori e per la nostra generazione di fare cose positive”.

Regragui è stato scelto per la sua calma, e la sua capacità di fare gruppo.

Quindici dei ventisei giocatori convocati sono tutti nati fuori dal Marocco ma hanno comunque scelto di rappresentare la terra dei loro genitori, delle loro famiglie. Questo, secondo El Mundo, conferisce alla squadra una carica emotiva molto particolare.

Hakimi forse incarna lo spirito della squadra: intensa, aggressiva, attenta, corta, veloce nelle ripartenze.

Queste le parole dell’anima della squadra Hakimi:

«Non siamo una squadra, siamo una famiglia. Il nostro gruppo ha una buona mentalità. Fin dal primo giorno qui ci siamo detti che era tempo di cambiare la mentalità di tutti i giocatori e per la nostra generazione di fare cose positive. Sono orgoglioso di giocare per il Marocco e far sentire la stessa nazione».

 

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