La nazionale del Camerun è casa sua, e lì il presidente fa ciò che vuole. Come negli spogliatoi.
La Gazzetta dello Sport ha analizzato il momento del Camerun a Qatar 2022, analizzando quanto Eto’o sia determinante nelle decisioni della Nazionale.
Il presidente Samuel Eto’o ama visitare lo spogliatoio del Camerun. Del resto, l’ha frequentato a lungo. E poi l’attuale inquilino, Rigobert Song, è in quella casa perché ce l’ha messo l’ex Inter. Che in febbraio dopo che Toni Conceiçao aveva perso, ai rigori, la semifinale di Coppa d’Africa giocata proprio in Camerun l’ha licenziato sostituendolo col suo amico di vecchia data. Brava persona Song, tornato alla vita e al calcio quando un aneurisma sembrava se lo fosse portato via. Allenatore con esperienza assai relativa, ma per quello c’è il presidente.
Eto’o interviene, dirige, parla, tratta, organizza. E caccia i giocatori.
Samu è un tipo dal carattere forte non sempre controllabile o controllato. Una sua celebre tirata tra i vigneti catalani a Vilafranca del Penedes nel febbraio del 2007 chiuse di fatto l’era di Rijkaard e Ronaldinho nel primo Barça di Laporta. Stanco delle uscite notturne del secondo e del fumoso permissivismo del primo Eto’o esplose. E fece saltare in aria il Barça. Anche lunedì sera Samu era inviperito. Ce l’aveva col suo portiere, Andre Onana, che aveva appena cacciato dal ritiro per indisciplina. Davanti agli ascensori dell’hotel Banyan Tree urlava contro l’interista senza alcun riguardo per modi e contenuti dello sfogo. La nazionale del Camerun è casa sua, e lì il presidente fa ciò che vuole. Come negli spogliatoi. Luogo sacro che Eto’o viola a ogni partita, come un presidente di Serie A degli Anni 80. “Ci ha parlato a lungo, ci ha detto tante cose”, ci aveva raccontato Onana non troppo convinto dopo la sconfitta all’esordio con la Svizzera. Samu è mosso dalla passione che nutre per il suo Paese e per la sua nazionale: quando si è presentato alle elezioni della Fecafoot aveva in testa un programma ambizioso, voleva impiantare il modello federativo europeo nel cuore dell’Africa, continente nel quale le federcalcio sono terreno di libera caccia per politici di vario grado e titolo. Eto’o voleva fermare l’ingerenza del Ministro di turno, però ha finito con l’avocare a sé i pieni poteri. E li esercita.
Dopo aver cambiato c.t. si è occupato di reclutare calciatori nati in Europa di origini camerunesi, operazione interessante. Poi però l’hanno accusato di aver compilato la lista dei 26 convocati per il Qatar. Tra i quali manca Ngadeu, reo di lesa maestà: il difensore del Gent si è lamentato pubblicamente dell’ingerenza di Eto’o, e per questo sarebbe stato lasciato a casa. Al suo posto c’è Nkoulou, il difensore criticato da Andre Onana. Secondo Mohamed Idrissou, ex nazionale camerunese, “Nkoulou è stato chiamato perché sua moglie è la cugina del presidente”. Eto’o ha litigato anche con Anguissa, prima che con Onana. Col giocatore del Napoli, in forma strepitosa in questo autunno, ha firmato una pace armata. Con quello dell’Inter è in guerra aperta. Perché così va il mondo di Samu, presidente-padrone che vuole domare i suoi Leoni.