A Sky: «Proprio quel rigore non dovevo sbagliarlo. La mancata convocazione del 2002 è una ferita ancora aperta»
Nella serie di Sky “Vite -L’arte del possibile” dedicata ai grandi campioni italiani è il turno di Roberto Baggio. Il Divin Codino risponde in esclusiva alle domande poste dal direttore di Sky TG24 De Bellis durante la puntata che andrà in onda su Sky TG24 mercoledì 23 novembre alle 20.45 e su Sky Sport Uno alle 22.
Roberto Baggio è il protagonista della nuova puntata di “Vite – L’arte del possibile” durante la quale racconta della sua vita dentro e fuori dal rettangolo di gioco, in una location molto particolare: l’aereo di linea ITA Airways che porta il suo nome.
Baggio racconta di quando insieme al papà andava a vedere le partite del Vicenza, squadra nella quale giocava anche Paolo Rossi. «Sognavo di diventare come lui» confessa. Una carriera costellata di successi ma frutto anche di duro lavoro, amore e sofferenza.
Pensa e ripensa ancora quel maledetto rigore di Pasadena:
«La gente mi ha dimostrato sempre grande affetto per cui hanno capito la mia sofferenza, però sono molto esigente con me stesso… Avevo mille occasioni per sbagliare un rigore ma non dovevo sbagliarlo proprio quel giorno».
Una sofferenza legata anche all’amore viscerale per i colori azzurri della nazionale. Un amore finito in modo inaspettato per lui nel 2002 con al mancata convocazione al mondiale. Ancora una confessione:
«è una ferita, come tutte le ferite magari non si cicatrizzano mai fino in fondo, perché credo che quel mondiale era solo un premio per quello che avevo fatto e per quello che avevo dato alla maglia azzurra».
Un campione, Baggio, che ha militato nei più grandi club italiani ma anche nelle squadre più modeste. Probabilmente il romanticismo per lui e il suo gioco nasce proprio dalle prodezze al Brescia o al Bologna.
«L’anno di Bologna è stato un anno meraviglioso per tanti aspetti. Mi ha riportato in Nazionale».
E infine il calvario. I tanti infortuni che lo hanno obbligato ad appendere gli scarpini anzitempo: «Io vivevo con questa Spada di Damocle sulla testa ogni allenamento e in ogni partita». Il suo addio al calcio è stato uno dei più emozionanti. Un talento italiano tanto puro quanto fragile.
Ritorna al presente Baggio durante l’intervista con un pensiero (che rimane tale) a ritornare nel mondo del calcio e con la speranza di rivedere l’Italia «come era una volta».