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Su Repubblica le denunce delle ginnaste: «Ci hanno fatto ammalare di anoressia nervosa»

Federginnastica travolta da decine di testimonianze: «Chi prendeva due etti doveva correre intorno alla pedana con i pesi alle caviglie».

Su Repubblica le denunce delle ginnaste: «Ci hanno fatto ammalare di anoressia nervosa»
CENTOFANTI Martina, LODI Sofia, MAURELLI Alessia, PAGNINI Marta, PATRIARCA Camilla Rio de Janeiro 21-08-2016 Arena Carioca Rhythmic Gymnastics Group All-Around Foto Andrea Staccioli/insidefoto

Le ginnaste che hanno subito mortificazioni ed umiliazioni da parte dei propri istruttori sono decine. Le denunce si moltiplicano, dopo il racconto agghiacciante dell’ex campionessa Giulia Galtarossa a La Repubblica e le denunce di Nina Corradini e Anna Basta.

La Repubblica oggi scrive che le denunce che stanno travolgendo Federginnastica sono tantissime.

“Decine e decine di messaggi, mail, audio. Testimonianze, richieste d’aiuto, ricordi dolorosi”.

Non si tratta solo di ginnaste della Nazionale, ma anche di categorie inferiori. Il quotidiano ne riporta alcune aggiungendo che quasi nessuna vuole fare i nomi dei colpevoli.

Tra le testimonianze c’è quella di Sara Branciamore, 22 anni, campionessa italiana nell’individuale nel 2013. Racconta il terrore verso la sua allenatrice.

«Avevo paura della mia insegnante e nonostante ciò per un periodo ho vissuto a casa sua. Il cibo che mangiavo lo razionava lei: una volta mise il lucchetto alle mensole. Ovviamente io mangiavo di nascosto, altrimenti non avrei mai potuto sostenere 10 ore di allenamento quotidiane. Venivo pesata tre volte al giorno, ma prima andavo in bagno a
vomitare. Una volta ho messo i piedi fuori dalla bilancia per pesare meno, sono cascata e sono stata insultata. Avevo paura che mi potesse mettere le mani addosso, voleva addirittura levare la tutela ai miei genitori. Per tutto il periodo del campionato di A non mi hanno fatto vedere mamma e papà, che tra l’altro si stavano separando. Sono alta 165 cm ed ero arrivata a pesare 36 chili: per un anno non ho avuto le mestruazioni e ancora oggi sono irregolari».

Questo invece il racconto di Victoria Polidori, 21 anni.

«Mi sono ammalata di anoressia nervosa, sono stata diverse volte ricoverata in ospedale. Già a 10 anni venivo pesata. Chi prendeva due o tre etti doveva correre intorno alla pedana con i pesi alle caviglie. Una società per cui ho gareggiato mi faceva contare le penne al pomodoro che mangiavo. Alcune frasi le ricordo bene: “Hai un sedere grande come un baule” o “quest’anno non gareggi se non dimagrisci”».

Chiara Ferri, 20 anni, è talmente traumatizzata da confessare di non salire su una bilancia dal 2017. Racconta:

«Soffrivo di deficit dell’attenzione e problemi di apprendimento certificati, stavo seguendo un percorso con un neuropsichiatra. L’allenatrice mi prendeva in giro: “Non è vero che hai problemi, non vuoi ricordare gli esercizi”. Oppure: “Oggi non vai da una psicologa?”».

E ancora, tra le ginnaste, Luisa, nome di fantasia, ricorda una frase che ripeteva sempre l’allenatrice:

«La miglior ginnasta è orfana, perché non ha genitori che si impicciano, e ignorante, perché non va a scuola».

Claudia, nome di fantasia, 23 anni:

«Il lassativo mi ha ‘spappolato’ l’intestino. Quando ero nel pieno dello sviluppo e stavo diventando donna era un’impresa entrare nei loro standard di peso. I traumi che ho vissuto sono rimasti, sono entrata in terapia da uno psicologo per riuscire ad accettarmi dopo aver smesso con la ginnastica ritmica».

Sono solo alcune delle testimonianze riportate dal quotidiano.

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