Dalla percezione al controllo, alla protezione del pallone. Il cambio di direzione e quel braccio a dettare il passaggio: “mettimela lì”
Un gol bellissimo quello del “Cholito” Simeone, che contiene tutti gli ingredienti che caratterizzano l’azione del centravanti di razza: anticipazione con il pensiero e con la giocata dell’errore avversario, tempismo nell’evitare il proprio, protezione del pallone solo per quei decimi di secondo che servono a garantirsi l’arrivo del partner “battezzato” come l’uomo giusto a cui scaricare il pallone, chiamata della giocata del compagno nel tempo e nello spazio (anzi, nel “luogo”) in cui già si sa che l’impatto con il cross può fare più male possibile all’avversario.
Prima meraviglia: Simeone “percepisce” in una frazione di secondo l’errore di lettura dell’azione da parte dell’avversario e le opportunità che da questo possono istantaneamente scaturire: si accorge che la difesa del Milan è posizionata male, perché vede che uno dei due centrali ha sciaguratamente “rotto” la linea per andare a raddoppiare su Zerbin in una posizione del campo in cui questo non può comunque fare male, anche perché avrebbe dovuto essere chiaro alla linea difensiva rossonera che l’esterno del Napoli stava facendo quel movimento sulla linea laterale destra non per ricevere il pallone da Di Lorenzo ma solo, appunto, per “aprire” la difesa.
Questo inutile raddoppio crea una voragine in mezzo all’era di rigore, di cui subito si accorgono sia il portatore di palla (Di Lorenzo), sia innanzitutto lo stesso Simeone, che non se lo fa dire due volte e, partendo dalla parte opposta (al centro sinistra) dell’area, accelera con uno scatto improvviso chiamando il pallone (con il suo movimento) proprio in quello spazio vuoto.
Seconda meraviglia: il pallone non è facile da controllare, perché arriva forte (come deve essere un passaggio che imbuca il compagno tra le linee) e “tagliato” (cioè con direzione quasi contraria al movimento del ricevente), e Simeone sta nel frattempo tagliando l’area con posizionamento del corpo non adatto ad uno stop in corsa (anche perché nel frattempo ha il problema di tenere lontano l’avversario usando la parte sinistra del corpo).
Ma Simeone ha già calcolato tutto, ed infatti non appena sta per ricevere e stoppare il pallone usa il piede “perno” (quello sinistro) per arrestare immediatamente la corsa ed al contempo fa scorrere la palla sul “suo” piede (quello destro), così impostando una rotazione del corpo che gli consente di prendere la “posizione” e schermare, mettendolo ormai fuori gioco, il suo marcatore rispetto alla palla appena ricevuta.
Ormai quel pallone è suo. Ma deve capire cosa farne, perché questa giocata gli ha sì consentito di poter ricevere il pallone, ma lo ha costretto sia spalle alla porta, sia all’impossibilità di concludere istantaneamente a rete. Per di più, nel frattempo lo stanno andando prima a raddoppiare e poi triplicare, e lui è da solo in area.
Ed allora, ecco la terza meraviglia: Simeone cerca di uscire dall’imbuto del raddoppio proteggendo il pallone, ma se per farlo sta andando a sbattere contro il terzo uomo del Milan che lo sta andando a pressare, ecco che per evitarlo ruota improvvisamente con il corpo e cambia direzione alla conduzione del pallone. Questo, lui lo sa, è l’unico modo che ha per proteggere la sua azione dall’avversario che sta andando a pressarlo partendo dalla direzione contraria a quella in cui lui stava originariamente portando la palla.
Quindi, sempre proteggendo il pallone dagli avversari con la parte destra del corpo, aspetta il momento giusto per scaricarlo al compagno (Mario Rui) che sta salendo per andare a ricevere il suo passaggio, che il “Cholito” riesce ad effettuare (e che può fare soltanto) con il piede sinistro perché l’altra parte del corpo è ancora impegnata a “schermare” il pallone dall’urto della pressione degli avversari.
Quarta meraviglia: una volta scaricato il pallone a Mario Rui, lo si vede alzare il braccio quasi a voler chiamare il pallone; se si guarda meglio ed a fondo quella fase dell’azione, in realtà Simeone non sta chiamando il pallone, sta indicando a Mario Rui dove esattamente deve farglielo avere, e cioè all’altezza del dischetto.
Perché il “Cholito” non solo sa che il centrale del Milan che sta presidiando quello spicchio di campo sta correndo in “arretramento” per cercare di non dare il fianco o la schiena al pallone, e che quindi così facendo è svantaggiato nel colpirlo rispetto a chi (come lo stesso Simeone) può colpirlo correndo in avanti, ma sa anche che se il pallone gli verrà recapitato là, lui nel frattempo avrà la possibilità di impostare al meglio il “terzo tempo” ed arrivare all’impatto con la giusta forza di corpo e gambe per dare la frustata al pallone che poi darà.
Ed ecco, infatti, il gol che Simeone si era prefissato sin dall’inizio, secondo me quasi prevedendo ogni singola fase e mossa dell’azione che lo ha consentito.
Un gol da campione, senza se e senza ma.
Mario Rui chiama, Simeone risponde 📞
Più bello il cross o il colpo di testa? 😍#MilanNapoli #SerieATIM #DAZN pic.twitter.com/Y5vYF54ArL— DAZN Italia (@DAZN_IT) September 18, 2022