ilNapolista

Lo sapevamo che la serie A è più truccata delle primarie del Pd

Lo sapevamo che la serie A è più truccata delle primarie del Pd

Certo lo si sapeva bene che anche il corrente torneo è più truccato delle primarie del PD, non ci voleva certo l’ennesimo scandalo all’ombra della Mole a dimostrarlo, e non si tratta nemmeno di andare a trovare il pelo nell’uovo di Pasqua tra espulsioni sacrosante non sanzionate e fuorigiochi inesistenti fischiati, se persino un vecchio signore della panchina come Ventura perde le staffe e non le manda più a dire nemmeno a Mikaela Calcagno un motivo ci sarà, per una volta la polemica rovente è interna al medesimo condominio sabaudo, non ci si taccia di piagnisteria e vittimismo ché sky on demand è in loop da ormai ventiquattrore a ritrasmetterci il film della vergogna a reti unificate.

Se qualcuno ha già deciso che il Coso, a prescindere, muoversi non dovrà dalle uniformi del penitenziario poco importa a questo punto saperlo per il tifoso, chi tiene il mare e un gruppo di ragazzi del genere può solo gonfiare il petto d’orgoglio e andare fiero di una stagione memorabile a prescindibilità della medesima classificazione finale, gioco spumeggiante e concretezza che ai gol e allo spettacolo unisce grandi speranze per il futuro, l’importante quest’anno non solo provare era a vincerlo, ma anche a gettare le basi per la stagione prossima ventura che riporterà il ciuccio nella via Chiatamone del calcio internazionale, con tanti introiti da gestire per finalmente tentare di allungare definitivamente sia la rosa che in classifica e spadroneggiare su arbitri, mezzi arbitri, arbitricchi e quaquaraqquà.

Chiacchiere da bar, per carità, di fronte alla classe e alla potenza del Pipita c’è solo da inchinarsi e ringraziare domineddio che i manichini da sfilata a Madrid lo abbiano condotto in riva al golfo, laddove occorre far di tutto per farcelo restare almeno per altre dieci stagioni, claro quando hai in squadra uno come lui non conta la difesa a tre, a cinque o a sette, puoi blindare la retroguardia anche con tre incontristi, un libero e tre stopper, lui la scassinerà uguale e porterà i tre gettoni d’oro a casa, fateci caso, ogni volta che si approssima alle aree avversarie sale la tensione, sembra sempre che stia per succedere qualcosa, ieri qualcuno tra i difensori rossoblu ha giurato di aver visto persino l’olografia della signora Fletcher aggirarsi nella trequarti grifonesca, non c’è pace e non ce ne sarà mai per mister Perin a Cabot Cove.

Soltanto fortunato Gasp per una buona mezzora, diciamola tutta, golletto fortunato dell’ex a parte i fratelli genovani non spaventano mai più di tanto, e in fondo il vantaggio esterno all’intervallo è più demerito di Lorenzigno e Marek ché merito dello sparring partner di turno. Si riapre il sipario ed ecco servito il Pipita-show, taglio di alta scuola ad impattare, poi imprevedibile errore a portone pressoché spalancato, qualche indecisione di troppo di Kuli di cui il tifoso farebbe volentieri a meno, poi la perla del vantaggio, il tris di ElKa e spazio alla festa, la Sarri band non conosce ostacoli, entusiasma e fa divertire, incanta, detta legge, un gioco così spumeggiante non lo si ricordava dai bei tempi del pianeta dell’iperbasket di Ugo Francica Nava, il tifoso più anziano lo ricorda con nostalgia mista a desiderio che tornino davvero i fasti del bel tempo che fu. Otto incontri otto scontri, l’impressione è di poter essere padroni del proprio destino, pure se gli altri sono dei mostri. Il traguardo in fondo è vicino, vada come vada chi non salta era e sarà sempre juventino.

ilnapolista © riproduzione riservata