L’ex presidente bianconero a Radio Radio: «Al suo arrivo Andrea Agnelli ha fatto un ottimo lavoro, circondandosi di professionisti capaci di consigliarlo. Poi forse è subentrata un po’ di presunzione da parte del giovane»
L’ex presidente della Juventus e azionista del club bianconero, Giovanni Cobolli Gigli, ha parlato a Radio Radio del suo sentimento da tifoso juventino?
«Sono dispiaciuto e preoccupato. Nel frattempo in campionato avevo visto segnali di ripresa almeno dal punto di vista dei risultati, non nel gioco. Poi purtroppo le due partite con Sassuolo e Verona hanno dato una botta in testa non indifferente alle ambizioni della Juventus. Ho visto invece una squadra, magari un po’ fortunata e con un girone non così competitivo, che comunque ha fatto quello che doveva in Champions League. Attualmente in Serie A i bianconeri si trovano con 18 punti e, considerando le performance delle 3 squadre più o meno in testa, giungere al quarto posto appare complicato. Credo che ormai l’obiettivo da porsi sia quello di arrivare quarti a tutti i costi»
Lazio-Juve
«La trasferta in casa della Lazio si presenta difficile, cruciale, complicata ma ormai non c’è più nulla da fare. La Juventus o vince o non ci sono altre strade percorribili. Ci sono infortunati tra i biancocelesti e anche tra i bianconeri. La partita andrà giocata con grande determinazione. Mi auguro che la Juventus riesca a ritrovare quella grinta persa in questa stagione e, forse, in parte di quella passata»
Le sue preoccupazioni da azionista
«Sono preoccupato. Ho dovuto partecipare, per il mio piccolo, ad un aumento di capitale di 300 milioni e ora dovrò partecipare ad un aumento di capitale di 400 milioni e non vedo particolari prospettive perché il titolo, cioè il mio investimento, si possa risollevare. La Juventus è una società quotata in borsa ed è una società per azioni. Dal punto di vista puramente teorico potrebbe distribuire anche dividendi. Questo è il frutto di una gestione che, nel bene o nel male, ha accumulato perdite per diverse centinaia di milioni con un indebitamento, pre aumento di capitale di 400 milioni, di oltre 300 milioni di euro. I 9 scudetti sono stati portati a casa con grandissima ambizione e grande capacità, ma le cose hanno iniziato a vacillare 2-3 anni fa. Quando c’è stata l’idea di fare un grande investimento su un unico giocatore, costato quasi 80 milioni l’anno, che non poteva contribuire a dare alla Juventus quel ‘bust’ che gli azionisti e gli investitori avevano immaginato. Parlo ovviamente di Ronaldo, nonostante tutto ciò che il portoghese ha fatto in termini di gol e prestazioni. Ricordiamo anche l’uscita di un dirigente preparato come Marotta, sostituito da persone non in grado di fare quel mestiere che sta facendo molto bene in una squadra difficile da gestire come l’Inter»
Su Andrea Agnelli
«Al suo arrivo Andrea Agnelli sicuramente è riuscito a fare un ottimo lavoro ma, come una persona intelligente, circondandosi di professionisti capaci di consigliarlo. Poi forse è subentrata un po’ di presunzione da parte del giovane Andrea Agnelli. Ha fatto fuori il direttore finanziario, che era una persona di grande capacità, e ha fatto fuori Marotta. Sicuramente sono stati fatti errori di presunzione di poter risolvere dei problemi affidandosi a un gruppo decisionale che non aveva maturità e professionalità per poter fare le cose che dovevano essere fatte»
E Nedved
«Nedved non mi sta antipatico. Io lo adoro come giocatore e lo adoro anche come persona, trovo però che sia stato un errore farlo Vice Presidente della Juventus. Perché un ex giocatore di calcio, con il carattere che ha Nedved, deve essere utilizzato per quelle che sono le sue capacità specifiche. Non si può snaturare una persona e metterla in un ruolo in cui la diplomazia deve essere la priorità»