I diritti della Champions League in Italia sono un grande affare, però più per per l’Uefa. Marco Iaria, esperto della Gazzetta di finanza applicata al calcio, ha pubblicato su internet un resoconto sui Tv Rights della più importante manifestazione continentale, strappati da Mediaset per la cifra di 717 milioni per 3 anni. Un incremento superiore al 50% rispetto al ciclo precedente.
Per Marco Iaria, Sky non ha subito grosse perdite dal mancato rinnovo dei diritti-Champions: «Se al 31 marzo 2015 – si legge – gli abbonati a Sky erano 4,746 milioni, al 31 dicembre si sono attestati a quota 4,7, con un recupero nell’ultimo trimestre. In totale, quindi, 46 mila abbonati in meno, appena l’1%». Niente effeto-Champions, dunque. Anche per merito dell’offerta alternativa al calcio proposta dalla piattaforma di Murdoch, che ha un bouquet molto più ampio di canali generalisti e tematici rispetto a Mediaset Premium.
Da par suo, però, l’azienda di Cologno Monzese sembra difendersi bene. Ecco il rapporto di Marco Iaria: «In attesa dell’approvazione del bilancio, i vertici di Mediaset hanno annunciato che sono stati superati i 2 milioni di abbonati a Premium. Sarebbe a dire 300mila utenti in più grazie alla Champions. Visto che l’obiettivo finale, da raggiungere nell’arco del triennio, è di 600mila tessere in più, i risultati parziali lasciano ben sperare». Nonostante Mediaset non smbri in grado di gestire da sola l’esborso sostenuto per la Champions (239 milioni l’anno per una società che fattura 406 milioni nei primi 9 mesi del 2015, con un incremento dello 0,6%), i segnali provenienti dalla pubblicità sembrano incoraggianti. Ancora Iaria: «Secondo le stime Nielsen, i ricavi pubblicitari di Premium sono cresciuti del 6% nel 2015, a quota 100 milioni. Ma il fattore-chiave è la spesa per abbonato (in gergo Arpu): bisognerà vedere come la crescita di abbonamenti si tradurrà in termini di fatturato. Solo una grande accelerata delle entrate potrà consentire a Mediaset Premium di raggiungere il pareggio di bilancio, fissato al 2018».
Entrambi i colossi televisivi, quindi, esultano. Il vero affare è però dell’Uefa, che ha visto salire il prezzo dei diritti-Champions da 1,4 miliardi fino a 1,9 miliardi. Anche perchè, come si legge, «l’audience media a partita in pay tv è passata da 1,377 milioni nel 2013-14 a 603mila in questa stagione, quella del chiaro è calata nel giro di un anno da 6,4 a 4,2 milioni». Quindi, spettatori in meno e costi in aumento. Marco Iaria chiude così il suo pezzo, una chiosa che facciamo anche nostra: «Cosa succederà al prossimo giro, dopo che i potenziali acquirenti avranno soppesato i costi-benefici di questo prodotto? Così com’è la Champions non sembra avere prospettive di crescita. Se mutasse la formula – come chiede l’Eca, vale a dire big sempre presenti e meno posti per le piccole – il discorso cambierebbe…». Sì, esatto. Proprio la famosa Superlega chiesta (anche) da De Laurentiis.