Il metodo è sbagliato ed è figlio della disperazione, il calcio italiano non è un’industria ma la visione pauperistica del duplex non ci porterà da nessuna parte
Subito la confessione: l’eventuale fine delle doppie utenze di Dazn non mi trascina all’indignazione. Potrei anche dire che mi lascia del tutto indifferente. Lo capisco persino. Con la sola e non irrilevante eccezione del metodo utilizzato. Se proponi un contratto a determinate condizioni, poi devi rispettarlo. Su questo, a nostro avviso, hanno ragione i consumatori. Motivo per cui crediamo che sia complesso cambiare le regole in corsa in questa stagione. Ma il principio che un prodotto non debba essere svalutato, è condivisibile.
Si torna sempre allo stesso concetto: non si possono avere la botte piena e la moglie ubriaca. È vero che la Serie A è gestita in larga parte da presidenti che non hanno proprio le sembianze e i comportamenti degli imprenditori, ma la ricchezza dei club e quindi la possibilità di acquistare calciatori più forti passa anche dai diritti tv.
Il vero nodo è la qualità della visione. Se la qualità è pessima, come lo è stata per il primo mese del campionato, sono giuste e condivisibili le critiche – anche feroci – mosse a Dazn (pure dal Napolista). Sono state irritanti le dichiarazioni dell’azienda che ha provato a spacciare la legittima ricerca del profitto col servizio reso al Paese, come se fossimo il quarto mondo. Ovviamente in Italia appena uno si trova pubblicamente in difficoltà, attacca Berlusconi ed esce facilmente dall’angolo. Berlusconi ha certamente privilegiato il digitale terrestre ma è bastato che Dazn effettuasse i dovuti investimenti alle proprie infrastrutture per ottenere un prodotto decente. Meno girotondismo, più assunzione di responsabilità.
Detto questo, bisogna uscire da questa perenne visione pauperistica, col ritorno al duplex telefonico degli anni Settanta e Ottanta. Se vuoi un prodotto, paghi. Il prodotto offre la Serie A, la Liga, alcune partite di calcio internazionali e altri sport (che ora non elenchiamo perché non è uno spot pubblicitario). Se uno ritiene l’offerta valida per trenta euro al mese, ok. Altrimenti non la sottoscrive e amen. Si vive benissimo senza calcio. Sono tantissimi gli italiani che vivono senza calcio. L’importante è che il prodotto offerto funzioni. La fine del duplex potrebbe anche essere l’occasione per contarsi realmente, contarsi come si deve. Capire quante persone in Italia siano realmente interessate al calcio, ossia siano disposte a pagare tot per guardare le partite. Se un’industria non si ferma a capire il mercato, a studiare quale sia effettivamente la domanda del mercato, che industria sarebbe?
È ovvio che per arrivare a cambiare le regole a stagione in corso, la situazione dei conti non è quella che si sarebbero aspettati. E questo francamente lo avevamo capito. Quindi siamo di fronte a una scelta imprenditoriale che è figlia della disperazione. Il che non è mai una buona base. E, va da sé, la pirateria non c’entra assolutamente niente. Lo capirebbe anche un bambino di dieci anni. Magari contro la scrocconeria, ma questo è un altro discorso. È Dazn che aveva previsto la possibilità di avere due utenze con lo stesso abbonamento. Quale pirateria. Anzi, volendo così si favorisce la pirateria. È un regalo all’universo del pezzotto.
Tra le tante obiezioni, la più condivisibile è quella relativa alle trasferte. Se vai all’estero o fuori città e i tuoi familiari restano in Italia, diventa impossibile guardare la partita con lo stesso abbonamento.
Infine, una annotazione a favore di Dazn. Non è tanto calcistica, perché i commenti alle partite sono democristiani e fatti col Cencelli (metodo che in Italia è infallibile in qualsiasi campo). Extracalcistica, però, è doverosa. Dazn ha una visione e una condanna del razzismo che in Italia è fantascienza. Non sappiamo se resisterà, ma fin qui sono stati impeccabili e marziani.
Poi, vada come vada. In soldoni: il metodo è sbagliato e il cambio in corsa è frutto della disperazione; l’industria del calcio non è un’industria; ma la visione pauperistica non ci porterà da nessuna parte.