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Il Coni chiama il Napolista: «Impossibili le Olimpiadi di vela a Napoli ad agosto, è un’autostrada per aliscafi»

Il Coni chiama il Napolista: «Impossibili le Olimpiadi di vela a Napoli ad agosto, è un’autostrada per aliscafi»

Domenica sera ore 22. La scena si svolge nel salotto di casa mentre il cronista, appagato dalla ennesima manita azzurra, sta riflettendo sulle emozioni regalate dai sottotitoli della giornata: il gestaccio di Mancini, innanzitutto, che conferma tutti i dubbi emersi dal comportamento del tecnico di Jesi nel dopo partita di Coppa con il Napoli e, più ancora, le mille e una argomentazioni con le quali si fa fatica ad ammettere, anzi a scandire, che questo Napoli è più forte e soprattutto più “bello” della Juve. Ci rifaremo a notte fonda con lo “zio” Bergomi e il saggio Boban, invece, che sono dalla parte giusta a differenza di Vialli e Mauro che si barcamenano, ma non è di questo che intendiamo parlarvi.

In questo transfert, volevamo dire, suona il telefono: «sono Danilo Di Tommaso, devo tirarti le orecchie». Danilo, collega carissimo, è il capo dell’ufficio stampa del Coni, in pratica il portavoce del presidente Malagò che, giustamente, lo ha in grande considerazione. Il tono è amichevole, ma la sostanza non cambia: al Coni, cioè al Presidente, non è andata giù la nota del Napolista a proposito della mancata scelta del Golfo di Napoli per la settimana velica dell’Olimpiade del 2024, sempre che etc etc. Tento di abbozzare una replica, ma non ce n’è per nessuno: basta con i paragoni con le Olimpiadi del ’60, sentenzia il Coni, oggi il Golfo di Napoli ad agosto è un’autostrada al servizio degli aliscafi e un parcheggio per le navi-cattedrali che ospitano le grandi abbuffate dei crocieristi che ingozzandosi pensano di fare turismo.

Parole, parole, anche condivisibili, ma Danilo sa che ai velisti napoletani non sono andate giù le statistiche secondo le quali nella prima settimana di agosto, quando si svolgeranno le regate, il vento di Cagliari è più affidabile di quello napoletano. Sarà anche vero – sulle cifre non si può discutere, del resto, e se sentenziano che Cagliari è meglio di Napoli bisogna arrendersi – ma resta una amarezza profonda. E quella nessuna statistica potrà cancellarla. Anche perché sappiamo, tanto noi che il Coni, che la vera ragione del cambiamento di rotta non è la mancanza di affidabilità del vento, ma l’ingorgo agostano delle rotte: cinquantacinque anni fa gli aliscafi non la facevano da padroni e il segno distintivo dell’eleganza del Golfo, anche nei confronti di Portofino, era scandito dalle vele che lo attraversavano. Altere, eleganti e guidate da skipper di rara esperienza. Non ci resta che piangere, insomma.

Ps Con Danilo si è parlato anche delle altre proposte. L’ultima – il mondiale di nuoto sui 10000 metri – non è stata presa neanche in considera zio ne. E così pure le gare di pallanuoto. Resta il calcio e a Napoli toccherà una semifinale del torneo: questo ci resta, prendere o lasciare.

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