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Inter, Juve e Milan hanno perso un miliardo in due anni. Che ci fanno ancora in Serie A?

Per Calcio e Finanza “il quadro è impietoso”: il rosso complessivo dei tre club è di mezzo miliardo l’anno. La Superlega era una mossa della disperazione

Inter, Juve e Milan hanno perso un miliardo in due anni. Che ci fanno ancora in Serie A?
Parma 08/08/2021 - amichevole / Parma-Inter / foto Image Sport nella foto: striscione tifosi Inter

In totale, sommando le perdite delle ultime due stagioni, Inter, Milan e Juventus hanno accumulato un buco netto, aggregato, di 938 milioni di euro. Praticamente un miliardo (“oh, anima del purgatorio!”). Capito perché volevano migrare verso la Superlega?

Ma la domanda successiva, derivativa, è: che ci fanno Juve, Milan e Inter ancora in Serie A? Le regole della competizione sono uguali per tutti, o ha ragione il presidente della Fiorentina Commisso quando dice che ci sono squadre costrette a rientrare nell’indice di liquidità e altre no? Non è che “stanno drogando il calcio italiano”, per usare le parole dell’ex presidente della Procura Federale Giuseppe Pecoraro?

Il bilancio 2020/21 dell’Inter, chiuso con un rosso record per il campionato italiano di 245 milioni di euro, è solo l’ultima goccia di un vaso che non trabocca mai.

L’aggancio del treno Superlega era dunque una mossa della disperazione: il torneo separatista avrebbe garantito alle partecipanti un bonus iniziale tra i 200 e i 300 milioni di euro. In pratica liquidità tappa-bilanci, ossigeno. E’ andata male. Sono rimasti i debiti. Intanto l’Inter, mentre quasi non riusciva a pagare gli stipendi, festeggiava lo scudetto.

E se il Milan sta riuscendo ad invertire il trend finanziario con una gestione più accorta ed una società senziente, e la Juve ricorre ad aumenti di capitale da 400 milioni, il caso dell’Inter è sintomatico del disastro.

L’Inter non solo è costretta ad andare avanti in Europa per garantirsi ulteriori introiti, giocando con una specie di cappio alla gola, ma il suo futuro è fatto solo di cessioni. Non ha altre possibilità per restare a galla, scrive Marco Iaria sulla Gazzetta dello Sport.

“Le vendite si sono rese necessarie nonostante il bond da 75 milioni emesso nel luglio 2020, che ha aggiunto debito (con relativi interessi saliti a 40 milioni annui). E nonostante gli 80 milioni lordi (interessi inclusi) pervenuti nelle casse nerazzurre, sotto forma di finanziamento soci, dal maxiprestito di 275 milioni concesso a maggio dal fondo statunitense Oaktree alla controllante dell’Inter”.

Solo 80 di quei 275 milioni sono entrati nella disponibilità dell’Inter, il resto è rimasto alla famiglia Zhang, impelagata nella crisi sistemica dell’imprenditoria cinese. Nella nota dell’Inter a corredo dell’approvazione del bilancio – come in quella della Juve – la colpa è sempre “della pandemia”. Un utile argomento fantoccio, che prima giocava sulla percezione emotiva del turbamento generalizzato, e che ora invece suona come un alibi stanco e abusato.

“Sapete com’è stato ripristinato il patrimonio netto di Fc Internazionale, andato in territorio negativo e bisognoso in teoria, di una ricapitalizzazione? – chiede Iaria in chiusura del suo articolo – Attraverso la rivalutazione degli asset nerazzurri (dal marchio alla rosa), facoltà concessa alle aziende italiane dal Decreto Agosto per rafforzarne la patrimonializzazione. Tutto ok per il Codice civile, ma prima o poi i soldi bisognerà trovarli“.

E, aggiungiamo, anche porsi il problema dell’extraterritorialità sportiva di squadre che possono giocare ad armi impari.

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