Il Mondiale ogni due anni è solo una leva da usare per contrattare. “La vera ossessione di Infantino è il Mondiale per club”. E’ con i club che si fanno i soldi veri
Che ormai Uefa e Fifa abbiano innescato la guerra mondiale del calcio è cosa acclarata. Ne scrive anche il Financial Times parlando di “battaglia tattica per controllare il calcio”. Club contro squadre nazionali: la miccia è la proposta del Mondiale biennale. Ovviamente è tutta una questione di soldi: come riuscire a spremere incassi dal pallone, strizzandolo più forte e e più spesso.
Ma il denaro è un riflesso del gioco di potere. Uefa e Fifa combattono per conquistare la supremazia sul gioco, e tutto ciò che ne deriva.
“Infantino si è già assicurato un ampliamento della Coppa del Mondo, che dal 2026 riguarderà 48 squadre. Tuttavia, il suo ultimo piano di espansione è visto da molti come una presa di potere troppo lontana nel tempo”. Serve una mossa più incisiva. Il Mondiale ogni due anni confligge con Champions League, la Copa América, e persino con le Olimpiadi. E Infantino affronta una forte resistenza. Ma il punto, scrive il Financial Times è che per quanto abbiano cercato di raccogliere il sostegno popolare coinvolgendo volti noti del calcio “la decisione finale non spetta a tifosi, giocatori, club o campionati nazionali: ciascuna delle 211 nazioni membri della Fifa dovrà votare sulla proposta. Le persone vicine alla lobby dicono che c’è un forte sostegno in Africa e in Asia, dove molti paesi vogliono maggiori possibilità di partecipare al torneo di punta. L’Europa e il Sud America, dove l’opposizione è più forte, hanno solo 65 voti tra di loro, non abbastanza per fare blocco”.
L’idea di Infantino è strategicamente intuitiva: “più Mondiali significa anche molti più padroni di casa. Ciò significa che i potenziali offerenti potrebbero sostenere l’idea. A maggio, l’Arabia Saudita, che sta aumentando i suoi investimenti nello sport, in parte in risposta a una rivalità regionale con il Qatar, è stata la prima a chiedere uno “studio di fattibilità” per organizzare la Coppa del Mondo ogni due anni. Infantino aveva fatto una visita ufficiale a Riyadh solo poche settimane prima”.
Ma alcuni analisti finanziari mettono in guardia contro il troppo che potrebbe stroppiare il mercato. “Se hai troppo dello stesso prodotto, non mantiene necessariamente il suo valore”, afferma Andrea Sartori, responsabile globale dello sport presso la società di consulenza KPMG. “Se mangiamo caviale ogni sera, non lo apprezzerai tanto quanto la prima sera”.
“I funzionari dei club europei individuano una trama più sinistra: un progetto per trasportare in ambito Fifa anche il calcio di club. Nel 2018, Infantino ha tenuto colloqui segreti con un consorzio di investitori, tra cui la giapponese SoftBank, che ha impegnato 25 miliardi di dollari per creare nuovi tornei gestiti dalla Fifa”. Il consorzio poi ha ritirato il proprio interesse, vista la forte opposizione di Uefa e Conmebol, “ma Infantino è andato avanti a prescindere”.
Il Mondiale ogni due anni sarebbe però solo un fantasma, una leva da usare per contrattare un affare più grande: convincere i funzionari europei e sudamericani a sostenere la sua visione globale del calcio, in cambio di un passo indietro sul Mondiale biennale. Il Mondiale per club è la vera ossessione di Infantino, scrive il FT.