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Anche in Brasile l’Asl fa sapere che il calcio non è uno Stato a parte

È uno sport gestito da persone inadeguate e che non hanno studiato. Brasile-Argentina sospesa dopo 7 minuti per quarantena non rispettata

Anche in Brasile l’Asl fa sapere che il calcio non è uno Stato a parte
Rio De Janeiro (Brasile) 10/07/2021 - Coppa America / Argentina-Brasile / foto Imago/Image Sport nella foto: Lionel Messi-Neymar

Anche in Brasile comandano le Asl. L’ennesimo caso diplomatico del calcio internazionale. Il calcio si conferma gestito da personalità inadeguate, che fondamentalmente non hanno studiato, gestiscono solo tanti soldi e si imbattono da sempre e a ogni latitudine in media sempre più morbidi. Sta di fatto che ieri sera Brasile-Argentina – valevole per le qualificazioni mondiali – è stata sospesa dopo sette minuti dall’autorità sanitaria perché quattro calciatori argentini (tre in campo e uno in panchina: Martinez, Romero, Lo Celso e Buendia) non hanno rispettato la quarantena di 14 giorni prevista per chi proviene dall’Inghilterra. Il tutto sotto gli occhi di Infantino seduto in tribuna.

L’autorità sanitaria aveva già provato a farsi sentire nell’albergo degli argentini ma erano stati respinti («o giocano tutti o nessuno», come se fossero i legislatori), la federazione sudamericana aveva assicurato che era tutto in regola, o meglio che avrebbe prevalso la bolla speciale prevista per i calciatori. Ed è finita così. L’Argentina chiederà la partita vinta a tavolino. Adesso vedremo che cosa accadrà, comincerà un altro braccio di ferro.

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