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Abbiamo scoperto che Dazn e i presidenti di A si stanno sacrificando per noi

Dopo giorni di proteste hanno sbottato: “Non fosse per noi l’Italia non migliorerebbe le sue infrastrutture”. Basta viziarci col 4k, ci stavamo impigrendo

Abbiamo scoperto che Dazn e i presidenti di A si stanno sacrificando per noi

Dazn e i presidenti di Serie A sono in missione per conto del dio dell’innovazione, e noi qui a protestare isterici e ingrati per qualche rotellina girevole ad impallare il nostro sacrosanto diritto a guardare le partite. Quando loro, i Lotito e i Ferrero –  la “confidustria del pallone” – si sono caricati sulle spalle il fardello di trasportarci nel futuro digitale, di ammodernare questo vecchio Paese derelitto a discapito della loro stessa credibilità. Lo stanno facendo per noi, egoriferiti abbonati al calcio televisivo incapaci di comprenderne il sacrificio. Per cui, dopo giorni di proteste, anche Dazn s’è sentita costretta a rinfacciarci la nostra grettezza spirituale, ricordandoci con una nota ufficiale il vero scopo ultimo del passaggio dal 4k di Sky ai pixel sgranati dello streaming: “portare l’Italia ad essere competitiva”.

Scrive Dazn che loro vogliono “esprimere in modo compiuto le incredibili potenzialità dello streaming a vantaggio del calcio, dello sport e di tutto il Paese”. Che si tratta di “un progetto di cambiamento senza precedenti”, “una svolta epocale, quella del passaggio dalla tv tradizionale all’Ott, resa possibile grazie ai significativi investimenti tecnologici che Dazn ha messo in campo insieme ai suoi partner, per incentivare la digitalizzazione, eguagliare gli standard europei, colmare il gap esistente e portare l’Italia ad essere un Paese estremamente competitivo anche su questo fronte”.

D’altra parte lo stesso Claudio Lotito domenica aveva lanciato il messaggio al vecchio Novantesimo minuto:

Il calcio in questa situazione sta promuovendo l’innovazione: è una possibilità per stimolare la politica, il governo, a migliorare l’infrastruttura, a potenziare la fibra perché siamo in ritardo”.

Il Viperetta contro il digital divide, in pratica.

Come diamine abbiamo fatto a non rendercene conto? Il calcio si propone come un volano di crescita, come leader di una rivolta financo culturale. Scegliendo Dazn, la Serie A si immola per noi, come un padre farebbe per il futuro dei propri figli. C’è, implicita, una visione, un progetto. Che non abbiamo riconosciuto perché scontiamo – è evidente – anni di privazioni in tal senso: l’Italia pre-Dazn è un posto malsano, viziato, fighetto. Il 4k volevamo, i satelliti… Ma scherziamo?

Si intuisce dalla nota che Dazn l’ha anche fatto un po’ apposta, a trascinarsi dietro i disservizi che gli venivano imputati già un anno fa. Per tenerci all’erta, vivi, attenti, hungry and foolish. L’opulenza di quelle visioni ultradefinite che ancora – tre volte a settimana – Sky ci propina ci stava impigrendo. Come ci saremmo ridotti andando avanti così? Alcolismo? Tossicodipendenza? Depressione? Serviva un ritorno alle sane trasmissioni di una volta, una secchiata di realismo in faccia. Goderci le piccole cose: quei rarefatti minuti di telecronaca sincronizzata con le immagini non sono un fatto scontato, sono un miracolo. La rivoluzione francescana del broadcasting.

Ecco spiegata anche la mancanza di lamentele per i vari Amazon Prime, Netflix, Disney+ e Now. Sì, anche loro usano la fatiscente rete italiana, ma la sfruttano. Fornendo un servizio decente non contribuiscono al rilancio tecnologico del Paese, che come detto ha bisogno di scosse, stimoli, gol perduti e interruzioni al segnale. Perché solo affrontando le difficoltà si progredisce. Un piano diabolico: roviniamo la riproduzione del calcio agli italiani, e le istituzioni capiranno. Mai più “zone bianche”, mai più adsl indecenti. Serviva un trauma, ci ha pensato la Lega, sia lode a Dazn.

Per cui noi riceviamo, pubblichiamo, e sommessamente rispondiamo. Non potevamo immaginare che il disservizio nascondesse una tale caritatevole mozione. E chiediamo scusa con la nostra faccia sotto i loro piedi, senza chiedergli nemmeno di stare fermi, possono muoversi finché c’è fibra bastante. E noi zitti sotto.

 

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