POSTA NAPOLISTA – Siamo diventati più hater che tifosi. Il tifoso soffre, si addolora. Oggi siamo frustrati, consideriamo la vittoria una ricompensa
Vorrei fare una riflessione su noi tifosi del Napoli perché ho la triste impressione che siamo diventati, in maggioranza, tifosi incazzati, direi da hater social.
Questa tipologia di tifoso, dal quale mi sento intimamente lontano tanto da non capire se abbiamo la stessa passione, non tifa per la sua squadra ma è incazzato con lei (la sua squadra) perché non vince e quindi non fa vincere lui. Questo atteggiamento, che si è diffuso insieme al mondo social, è ridicolo; il tifoso, nella mia accezione, soffre ed è addolorato se la sua squadra non vince, non la odia e vuole vedere tutti morti, dal presidente all’ultimo dei giocatori secondo i gusti personali. E gioisce quando la sua squadra vince, è felice; che è molto diverso, ed è molto di più, dall’appagare semplicemente la sua frustrazione di tifoso. Questi tifosi credono che la vittoria sia una ricompensa dovuta in quanto tifosi, e non sono quindi in grado di godere neanche della vittoria.
Questo approccio non solo li rende incazzati, destinandoli a questo stato per l’eternità dal momento che una squadra come il Napoli può vincere solo ogni tanto, ma ne rende completamente insopportabili le pseudo-analisi calcistiche. Secondo le quali la nostra è sempre una squadretta, i giocatori sono scarsi, gli allenatori devono cambiare mestiere, le squadre che battiamo sono di serie C, tutti gli altri giocatori di tutte le altre squadre quelli si sono buoni (ovviamente trattasi di squadre che non vincono niente) e non come i nostri, tutti quelli che c’erano prima si dovevano tenere (ovviamente poi quando li tieni si dovevano vendere) e così via….
I tifosi incazzati sono anche quelli che hanno le certezze assolute, quando il mondo del calcio è caratterizzato dalla non esistenza della verità assoluta se non quella ex-post del risultato. La storia del calcio è piena di allenatori e giocatori che fanno bene e fanno male anche a distanza di una stagione o di qualche mese o di qualche partita perché ci sono stagioni e momenti che vanno bene e altri che vanno male e nessuno (per fortuna) sa spiegare con certezza perché: e sicuramente non lo sa prima. Le partite sono determinate (anche) da episodi, prodezze, strafalcioni, errori arbitrali, sorte buona o avversa; questo è il calcio ma niente, in ogni circostanza il tifoso incazzato questo non lo accetta, è sempre alla ricerca feroce del colpevole nella sua squadra (come detto dal presidente all’ultimo dei giocatori secondo i gusti personali).
Noi come Napoli, siccome non possiamo pensare o sperare di vincere perché compriamo i giocatori migliori, abbiamo solo una possibilità di vincere ogni tanto qualcosa; essere bravi più degli altri. E questo può essere raggiunto se la società si migliora (oggi la società del Napoli è bravissima nel fare la cosa più importante, cioè scegliere allenatori e giocatori in linea con le sue possibilità, per il resto non sa fare niente; purtroppo la storia ci sta insegnando che anche il resto serve), se lo fanno squadra, allenatore, e tifosi e se insieme formano un corpo unico e fortissimo soprattutto nei momenti di difficoltà; altrimenti siamo destinati all’infelicità, o all’incazzatura.