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In 50.000 allo stadio per il rugby, in Australia è realtà (anche se sembra fantascienza)

A Brisbane, per la finale dello State of Origin hanno preso posto sugli spalti 49.155 persone. Si tratta del record mondiale di “porte aperte”, da quando la pandemia ha chiuso lo sport dal vivo

In 50.000 allo stadio per il rugby, in Australia è realtà (anche se sembra fantascienza)

Agli antipodi c’è un mondo che va al contrario. In Australia, a Brisbane, per assistere alla finale dello State of Origin (un torneo di rugby) tra Queensland e New South Wales hanno preso posto allo stadio 49.155 persone. Si tratta del record mondiale di “porte aperte” da quando la pandemia il Covid-19 ha di chiuso lo sport dal vivo in tutto il mondo.

Il Guardian racconta questo evento che ora sembra fantascienza ma che appena un anno fa era la normalità, frutto soprattutto delle rigorosissime politiche di isolamento e lockdown locali portate avanti in Australia.

I 50.000 di Brisbane hanno eclissato il precedente record di 46.061 presenze del mese scorso all’Eden Park di Auckland per la sconfitta dei Wallabies contro gli All Blacks. Ora che siamo abituati a videowall o cartonati 1:1 sugli spalti, fa un certo effetto guardare le foto ed ascoltare il rumore della folla.

La pandemia non è sparita, in Australia. Nel South Australia stanno cercando di contenere un nuovo cluster. E il lockdown di Melbourne, durato la bellezza di 4 mesi, s’è chiuso appena un mese fa. Ma a Brisbane si poteva fare, e l’hanno fatto: le foto del Suncorp Stadium, coi tifosi distanziati a un metro e mezzo l’uno dall’altro, hanno illuminato i social.

Le autorità sanitarie del Queensland – racconta il Guardian – non si sono spinte al punto da far entrare allo stadio Ray Warren, voce storica della rugby league che, in tutti i suoi 77 anni, non aveva mai fatto la telecronaca di una partita da remoto. Ancora troppo pericoloso.

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