Il direttore del Corsport: «Tutti, allenatori giocatori club, rinuncino a qualcosa. Non ha senso denunciare il rischio default quando si inseguono i milioni dei fondi»
Ivan Zazzaroni, direttore del Corriere dello Sport, commenta le parole dell’ad dell’Inter Beppe Marotta. Scrive che l’ad dell’Inter fa bene a ricordare il miliardo e duecento milioni di gettito fiscale nelle casse del Paese. Ma ricorda anche le storture del sistema calcio.
Tutte le ragioni di Marotta
“non bastano però a giustificare l’aiutone da parte di un esecutivo che non sa come dar da mangiare e lavoro a chi l’ha perso o lo sta perdendo a causa del virus”.
Il calcio, secondo Zazzaroni, non ha alternative: la cura deve partire dall’interno.
Può contrastare la crisi unicamente con la condivisione del rischio: tocca perciò a calciatori, allenatori e dirigenti rinunciare a qualcosa oggi – in proporzione alle proprie entrate – per ritrovarsi in campo anche domani. (…) Rabbrividisco quando sento e leggo che ci sono calciatori – di Serie A, preciso – che non sono disposti ad alcun sacrificio. O che s’impuntano sul reingaggio come se fossero ancora rose e fiori.
Il momento difficile deve mettere alla prova le capacità imprenditoriali dei presidenti, mai come oggi gestori non di una squadra, ma di un’azienda. E allora passi la circostanziata denuncia di Marotta – amministratore delegato, non boss pallonaro – ma è vietato piangere continuamente miseria (dopo – che so – avere appena garantito un triennale da 42 milioni lordi a Sanchez, una seconda scelta).
E infine ricorda che
Nel momento in cui si inseguono i milioni salvifici dei fondi, poi, non è sensato denunciare ripetutamente il rischio del fallimento incombente. Nei fondi non confluiscono le risorse di angeli e benefattori.