Ha destato molto scalpore il bando del Teatro San Carlo per la ricerca di un addetto stampa. Al di là dei requisiti richiesti, che sembrerebbero attestare, come hanno scritto in tanti, che il bando sia in realtà solo una copertura ad una nomina già decisa (esperienza in una Fondazione lirico sinfonica da almeno 4 anni; laurea in Lettere Moderne indirizzo Musica/Spettacolo con all’attivo l’esame di Storia della musica), la richiesta di “buone capacità di comunicazione” e di “innata gentilezza e affabilità” motivate dal particolare “lavoro di relazioni che l’incarico richiede” è qualcosa su cui invece vale la pena soffermarsi. Evidentemente l’amministrazione del massimo teatro partenopeo si è reso conto di quanta poca cortesia ed affabilità caratterizzi gli uffici stampa e, magari, si sarà sentito anche penalizzato dalle sue esperienze passate.
Non si può negare che la gentilezza sia fondamentale nel lavoro di comunicazione, in particolare quando si tratta di enti di cultura. Gentilezza che dovrebbe esprimersi in primo luogo nella risposta puntuale alle richieste sottoposte all’ufficio stampa, oltre che nella cortesia e nell’educazione nel ringraziare eventuali giornali che desiderino pubblicizzare gli spettacoli in programma sulle proprie pagine e, infine, nella fornitura rapida e precisa dei materiali e delle informazioni necessarie a chi entra in contatto con un organo di comunicazione. Troppo spesso gli uffici stampa rispondono in modo brusco e scortese, o preferiscono addirittura, cosa ancor peggiore, la via della non risposta. Di fatto, un ufficio di stampa scortese penalizza l’ente che rappresenta. È un bene che il San Carlo se ne sia reso conto.
“L’educazione è l’arma più potente che si possa usare per cambiare il mondo”, diceva Nelson Mandela. La strada del miglioramento passa da lì anche per un’istituzione come il massimo partenopeo.