La rassegna stampa nazionale non può che cominciare con Gianni Mura. Come tutti gli editorialisti, anche lui dedica ampio spazio al ritorno della Juventus. Ma, ovviamente, si sofferma anche sul Napoli e sulla partita del San Paolo: “Napoli e Roma si ritrovano con quel che avrebbero preferito evitare: un punto. Gli spettatori con un senso di delusione. Non che sia stata una brutta partita: intensa è un aggettivo-lenzuolo, copre molte cose. Dal primo e dal terzo attacco del campionato ci si aspettava qualche gol, almeno un paio. Niente». Elogia la difesa della Roma, «cioè il settore più debole, più criticato, ma stavolta no. Una buona partita di Manolas non è una novità, una di Rudiger sì. Insieme, hanno ammansito Higuain, non in serata e nemmeno ben cercato dai suoi».
Per Mario Sconcerti, invece, «sembra stanco il Napoli, soffocato dalla smania difensiva della Roma, ma mai primo sui secondi palloni, cioè le respinte del primo attacco, quelle che danno il segno di un pressing reale. Oscurato Higuain, non c’è stato un vero tiro in porta. In due partite l’Inter ha preso 5 punti al Napoli e 5 alla Roma. L’aria cambierà, cambia sempre in qualche modo, ma l’impronta adesso è molto decisa». Scrive così sul Corriere.
La Gazzetta titola l’articolo della partita: “Il bus di Garcia blocca il Napoli, la Roma riparte della difesa ma non tira più”. Luigi Garlando nella sua analisi scrive: «“Colpa” soprattutto della svolta catenacciara di Garcia che con due 0-0 in una settimana (e le parate decisive Szczesny) si è salvato la pelle: Roma agli ottavi di Champions e brodino ricostituente contro il Napoli. Il trauma del Camp Nou si guarisce anche così. Per ora va bene. Ma solo per ora. Perché l’involuzione tattico-estetica giallorossa non porta lontano”. E ancora: “Le traiettorie del Napoli hanno sempre una logica e finiscono spesso al tiro. Ieri, applaudito, ha giocato a una porta sola, però intanto ha fatto un punto in due partite. Dopo 16 giornate, le geometrie di Sarri, che usa sempre gli stessi titolari, sono più prevedibili. In modo diverso, sono riusciti a soffocarle Mancini, Donadoni e Garcia”.