La montagna ha partorito il topolino: vietano il calcetto tra amici e “raccomandano” di non invitare più di 6 persone a cena. Invariato (e derogabile) persino il tetto di 1.000 spettatori allo stadio
Appena due sere fa, ospite da Fabio Fazio, a Che tempo che fa, su Rai 3, il ministro della Salute, Roberto Speranza, aveva lasciato intendere che il nuovo Dpcm contenesse strette importanti ai comportamenti “frivoli” degli italiani e alle possibilità di contagio nel Paese. Aveva annunciato che sarebbe stato limitato tutto ciò che non fosse essenziale. «Scuola e lavoro sono essenziali», aveva tuonato.
Oggi i quotidiani riportano i contenuti del nuovo decreto e la delusione è grande. Ancora più grande se si pensa che ieri sera sembrava addirittura che il governo potesse adottare la misura della didattica a distanza per le scuole superiori, proposta da qualche scellerato governatore, tra cui il nostro De Luca (fortunatamente il pericolo è stato scongiurato). Come se fosse la scuola – che tra l’altro conta pochissimi contagi – il problema della società italiana e dell’epidemia di Covid.
Speranza aveva annunciato lo stop alle feste, tanto per cominciare. Scopriamo che la realtà è un tantino differente. Un tantino tanto, per usare un eufemismo.
Il governo vieta tutti i festeggiamenti che si svolgono nei locali pubblici e nelle discoteche, sia all’aperto che al chiuso. Si può però festeggiare al ristorante, basta che si stia seduti, distanziati e con la mascherina ci si alza dal tavolo. Le cerimonie religiose sono invariate, c’è solo il limite di 30 invitati per i banchetti, fatto salvo sempre l’obbligo di distanziamento e mascherina. Restano anche i buffet, ma con il personale di sala a distribuire cibo e bevande.
Le feste private, nelle abitazioni, quelle che da Speranza e dagli scienziati, per giorni, sono state additate come la principale causa di contagio perché ormai i contagi avvengono per lo più in famiglia, ne escono immacolate. Niente divieto. Il governo si limita ad una semplice «raccomandazione», anche se ci aggiunge l’aggettivo «forte». Entra quasi in punta di piedi nelle case degli italiani, per togliere subito il disturbo e lasciarli liberi di fare quello che gli pare.
«Quanto alle abitazioni private, è comunque fortemente raccomandato di evitare feste e di ricevere persone non conviventi in numero superiore a 6».
Niente divieto e naturalmente, di conseguenza, niente controlli. Festa libera in tutti i palazzi.
Stesso discorso per le mascherine. Conte ha spiegato:
«Non riteniamo di introdurre una norma vincolante. Nell’articolo 1 è fortemente raccomandato l’uso dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie anche all’interno delle abitazioni private in presenza di persone non conviventi».
Bar e ristoranti? Restano aperti anche quelli. Ma con orari più rigidi e solo con gli avventori seduti ognuno al suo posto. Quelli che prevedono il servizio al tavolo potranno svolgerlo fino alle 24. Se invece i locali non hanno tavoli, dovranno chiudere alle 21. Divieto di sosta in piedi al di fuori dei locali, insomma.
Cibo da asporto. Anche in questo caso, tutto invariato.
Il Dpcm sospende invece le gite scolastiche: «viaggi d’istruzione, le iniziative di scambio o gemellaggio, le visite guidate e le uscite didattiche, tutte le gite scolastiche e le uscite a fini didattici».
E’ cultura, il governo, l’Italia, sono allergici, meglio fermare tutto, prima che il germe dell’istruzione si annidi nei giovani del nostro Paese rendendoli esseri pensanti.
Sono invece consentiti «i percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento, nonché le attività di tirocinio».
Sullo sport il governo fa un capolavoro. Non tocca minimamente la capienza degli stadi. Non voglia mai dio che i signori del calcio possano risentirsi e ricominciare con le pressioni all’indirizzo di Conte, Spadafora e Speranza. Gli spettatori consentiti sono sempre gli stessi 1000 se all’aperto e 200 se al chiuso. Non solo. Il limite dei 1000 spettatori è anche derogabile. Nel testo, infatti, è previsto che:
“Le regioni e le province autonome, in relazione all’andamento della situazione epidemiologica nei propri territori, potranno stabilire, d’intesa con il Ministro della salute, un diverso numero di spettatori in considerazione delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi e degli impianti; con riferimento al numero massimo di spettatori per gli eventi e le competizioni sportive non all’aperto, sono in ogni caso fatte salve le ordinanze già adottate dalle regioni e dalle province autonome, purché nei limiti del 15% della capienza”
Vengono invece vietate le partite di calcetto tra amici. Mentre proseguono gli sport dilettantistici e giovanili. Dunque non solo il calcio, ma anche palestre e scuole per i ragazzi, purché rispettino i protocolli e le linee guida già approvate. Protocolli che chiunque abbia un figlio iscritto a una scuola calcio sa che non sono proprio rispettati e condivisi da tutti. Ma tant’è.
Insomma, non si potrà giocare a calcetto e se si vogliono invitare i parenti a casa si può fare ma è fortemente raccomandato non farlo. Tutto qui il capolavoro del Dpcm che avrebbe dovuto eliminare le cose non essenziali dalla vita degli italiani per frenare i contagi e dare priorità a scuola e lavoro.