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L’immunologa Viola: «Il rischio zero non esiste. Ai miei figli non impongo nulla, ma ci sono dei limiti»

Al CorSera: «A casa mai più di 2-3 ospiti per volta, distanziati. Chiacchiere di fine cena con la mascherina. I ragazzi partecipano a feste tra amici sottoposti a tampone. Evitiamo assembramenti e aerei. Al ristorante con accortezza».

L’immunologa Viola: «Il rischio zero non esiste. Ai miei figli non impongo nulla, ma ci sono dei limiti»

Il Corriere della Sera intervista Antonella Viola, uno dei maggiori immunologi italiani, docente di Patologia all’Università di Padova e membro dell’organizzazione dei biologi molecolari europei. Ha un figlio di 19 anni ed uno di 21. Spiega che strategia utilizza in famiglia per cercare di arginare il Covid.

«Ai miei figli non posso imporre nulla. Mi affido al loro senso di responsabilità, molto sviluppato. Però il rischio zero non esiste per nessuno. La nostra vita non si è bloccata. Cerchiamo di proteggerla dandoci dei limiti. A casa non invitiamo più di 2-3 ospiti per volta, ben distanziati a tavola, le chiacchiere di fine cena a mascherina indossata. Ce la togliamo soltanto tra noi 4, io, figli e marito. I ragazzi hanno partecipato a feste tra amici sottoposti a tampone. Evitiamo assembramenti e voli aerei. Andiamo al ristorante con le dovute accortezze».

Il rischio zero, però, non esiste, spiega.

«Ripeto, il rischio zero non esiste. Se indosso la mascherina chirurgica e resto chiusa diverse ore in una stanza a contatto di un individuo contagioso, a sua volta protetto, potrei infettarmi lo stesso».

All’esterno, consiglia di utilizzare la mascherina Ffp2 con filtro sui mezzi pubblici, mentre

«Durante le attività ordinarie va bene anche quella di stoffa, se lavata ogni giorno».

Nonostante le precauzioni, dice, basta pochissimo per essere contagiati.

«Ho genitori anziani, i miei figli stanno molto attenti ma bastano un collega di lavoro positivo o una fidanzata meno attenta per metterli in pericolo».

E conclude parlando della differenza tra uomini e donne rispetto ai contagi.

«Gli uomini sono più a rischio delle donne di fronte al Covid. Diversi geni del sistema immunitario sono collocati sul cromosoma Xenoi ne abbiamo due. Uno studio su Science ha dimostrato la presenza in alcuni pazienti maschi gravi di anticorpi capaci di bloccare molecole importanti per la risposta dell’organismo. È uno dei meccanismi coinvolti nelle differenze di genere».

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