Sul Messaggero. Un modo per non ingolfare il sistema del rientro in classe. Ma il governo deve assumersi la responsabilità e riconoscere che il rapido, meno affidabile del molecolare, è un rischio accettabile
Il Comitato tecnico scientifico starebbe pensando ad un’escamotage per accelerare le pratiche relative ai tamponi per gli studenti. Ovvero dare la possibilità ai pediatri di effettuare quelli rapidi nei loro studi. Lo scrive il Messaggero.
Il Ministero dell’istruzione ha imposto l’obbligo di due tamponi negativi per il rientro a scuola dopo un’assenza causata da sintomi di Covid. E il rischio – di cui è consapevole il Comitato – è che salti tutto.
“Si punta a raccogliere l’adesione di coloro che sono disponibili a eseguire i tamponi rapidi nel loro studio. In questo modo, si crea una prima linea di tamponi rapidi, che screma quei casi che normalmente, in epoca pre Covid, sarebbero stati considerati una banale febbre o un banale raffreddore. Ne capiteranno tantissimi durante l’anno scolastico, se ogni volta si deve andare ai drive in, sarà un calvario per le famiglie”.
Ma il Cts chiede che ci sia una presa di responsabilità da parte del governo.
“Fino a quando il governo dice che l’unico tampone diagnostico accettato è il molecolare, il pediatra si atterrà a quella linea. All’interno del Cts c’è chi è pronto a dire che il tampone rapido rappresenta un rischio accettabile, ma deve esserci una presa di responsabilità politica nel governo“.