Anche il presidente del Verona Maurizio Setti ha i suoi problemi con i tifosi. Ma il Verona è ultimo in classifica. In dodici partite ha collezionato sei pareggi e sei sconfitte. Nessuna vittoria fin qui. Mandorlini è stato sull’orlo dell’esonero ma è stato confermato dalla società gialloblu.
In città il presidente è contestato. Lui si difende così: «La società è soltano mia. Ho chiesto una mano agli imprenditori veronesi ma finora nessuno si è fatto avanti. Se i tifosi si preoccupano del risultato sportivo li capisco, ma altri discorsi no, siamo una società solida e questo è riconosciuto da tutti a livello nazionale. Su questa città e questi tifosi, che sono il valore aggiunto, stiamo facendo un percorso coerente dal primo giorno. Se qualcuno oggi ha da criticare la società, allora c’e’ qualcosa che non va. Non mi stanno bene nemmeno le critiche al calciomercato, abbiamo speso dei soldi per prendere calciatori di ottima prospettiva e riconosciuti a livello nazionale». Parole che ricordano qualcosa.
«La retrocessione – prosegue – sarebbe per noi un danno esagerato ma non dobbiamo pensarci, la salvezza è alla nostra portata. Ci manca il risultato ma questo è l’anno più bello a livello societario, perché lavoriamo nel modo che ho sempre desiderato».
Di Mandorlini dice: «La sua conferma non è stata una scelta economica, ha dimostrato di avere in mano la squadra. Non pensiate che lui sia contento di questa situazione, è il primo che ci sta male. L’addio a Sogliano non nasce in estate ma prima. Ha lavorato bene per un anno e mezzo e male per altrettanto tempo. E’ stata colpa mia, ho dato troppo spazio alla parte tecnica, e ci sono cifre che il Verona non si può permettere. Sean ha avuto troppe libertà, non ha nelle sue corde il modo di fare calcio che volevo io. Bigon l’ho ritenuto in possesso delle qualità giuste per il Verona – ha concluso Setti – Basta guardare la rosa del Napoli, 9 titolari su 11 sono calciatori suoi».