Alla vigilia di Belgio-Italia, test amichevole degli azzurri contro la squadra prima nel ranking Fifa, il tecnico Conte ha dato la sua lettura dela partita:
«Un’amichevole tra virgolette. Per noi un test duro, quello che voglio in un momento così. Invidio al Belgio l’organizzazione: i club lavorano per la Nazionale… Mi rendo conto che non dappertutto è possibile»
Wilmots ha detto: amichevole, ma mi incavolo se perdo.
«Non ditelo a me, sapete quanto detesto la parola perdere. Noi affrontiamo una squadra forte, un movimento che è rinato grazie a un progetto nazionale».
Che cosa si aspetta domani?
«Mi aspetto di testare alcune situazioni tattiche in vista dell’Europeo. Al di là del risultato. Noi vogliamo giocare a calcio, fare la partita, se il Belgio sarà più forte ne prenderemo atto. Devo capire tante cose tecniche e tattiche. Preferisco gare così, molto impegnative, per capire come stiamo e dove possiamo andare. Vincere o perdere significa qualcosa, ma andrò oltre il risultato».
Nazionale più coesa rispetto al Mondiale?
«Io sto cercando una Nazionale che nei momenti difficili sappia superarli. Da calciatore e da allenatore ho capito che servono gli uomini, per fare questo. Sono molto contento dei calciatori presenti, quando sono venuti si sono sempre molto allineati. Se vogliamo fare cose straordinarie abbiamo bisogno di uomini e calciatori straordinari. E’ il mio credo».
In Belgio la Nazionale vince, ma non piace come gioca.
«Beh, tutto il mondo è paese… Se in una situazione di risultati come quelli del Belgio in questo periodo, la situazione è così. Noi l’abbiamo vista, ha un’idea, ha tanti talenti in avanti, ha giocatori molto duttili, io penso che il Belgio ha tutto per il presente e per il futuro. Sono le altre squadre che si devono preoccupare. Noi siamo per per giocare e non per difenderci».
Chi vorrebbe del Belgio nella sua Nazionale?
«Nessuno. I miei giocatori sono i migliori del mondo».
Che partita sarà domani?
«Una amichevole, ma tra virgolette. MI attendo tante cose, contro una grande squadra».
Il Belgio è una Nazionale che arriva da una macchina organizzativa che riguarda anche i club.
«E questa cosa la invidio. Poter fare così, con l’appoggio di tutti i club. In Belgio è stato possibile farlo e i risultati si devono. In Italia e anche in altri Paesi mi rendo conto che è difficile».
Che cosa aspettarsi da qui alle prossime gare prima dell’Europeo?
«Prima di tutto, non sbagliare la scelta dei 23 giocatori, nemmeno uno.. Poi il modulo, ne abbiamo provati alcuni, e dovremo cercare quello più adatto e andare diritto».
Le convocazioni di questo novembre sono quelle decisive? O quasi?
«Beh… Qui si deve accendere la lampadina, e la lampadina si è accesa subito. Questi giocatori sono avvantaggiati, sanno già cosa si vuole e come si procede. Da qui a marzo non li vedrò, da qui a marzo vedrò quello che succede sul campo. La convocazione definitiva sarà a giugno».