In conferenza stampa, Conte non ha fugato i dubbi. Sono state più chiare le sue allusioni che le parole. Ha detto che «Insigne è a casa per scelta tecnica, per lo stesso motivo Berardi è con l’Under 21». Poi ha aggiunto: «Non è un avvertimento, ho sempre detto che avrei voluto che questa squadra rendesse orgoglioso il popolo italiano, che desse emozioni positive. Volevo giocatori che sentissero questa maglia come una seconda pelle. Al centro del progetto tattico abbiamo messo il gioco e non un singolo elemento».
Conte parla persino di moralità. Termine francamente eccessivo, fuori luogo considerato i suoi trascorsi con la giustizia sportiva: «Al centro abbiamo messo anche la moralità. Ho detto che avrei guardato con attenzione gli atteggiamenti in campo e fuori dal campo ed ho ripetuto anche fino all’ultima volta che non ascolterò venti dal nord, sud e centro. Non saranno 2-3 gol a farmi cambiare idea».
Ha citato De Silvestri e Verratti: «De Silvestri l’ho richiamato alla prima occasione utile perché si è rotto il ginocchio per noi, Verratti ha giocato con l’Azerbaigian con il rischio di infortunarsi. Ecco, voglio che quando si varca il cancello di Coverciano si dia tutto per la maglia azzurra».