Il direttore dello Spallanzani al CorSera: «Hanno ascoltato chi diceva: torniamo a ballare senza regole, tanto cosa vorrà succedere? Sono molto preoccupato. Iniziano i primi casi di giovani che contagiano genitori e nonni»
«Sono davvero molto preoccupato. Si iniziano a vedere i primi casi di giovani che contagiano genitori e nonni. In questa fase il rischio si nasconde proprio all’interno della famiglia».
A parlare è il direttore dello Spallanzani di Roma, Francesco Vaia, intervistato dal Corriere della Sera.
«Prima si pensava che il Covid-19 non avesse presa su giovani e bambini. E invece ora questo virus ci sta dimostrando che non fa distinzione alcuna. Che ha modificato la carta d’identità del contagiato, abbassando l’età media dei malati ben al di sotto dei 34 anni. Non ha nessuna pietas. Colpisce tutti, indistintamente, soprattutto i più fragili, o chi soffre di altre patologie. E in questa fase si serve dei ragazzi, specie di quelli che frequentano la movida o che tornano dalle vacanze, e li usa come vettori della malattia».
Vettori subdoli.
«Perché il più delle volte loro sono asintomatici o paucisintomatici. Credono di stare bene e invece inconsapevolmente infettano chi gli sta intorno e fanno ammalare le persone a cui vogliono bene».
Vaia parla dei ragazzi e dei loro comportamenti.
«Sono stato il primo a lanciare loro un appello. E l’ho fatto usando proprio i social network, quindi uno dei loro mezzi preferiti. Ma purtroppo questi ragazzi hanno avuto tanti cattivi maestri. Hanno dato ascolto a chi diceva: torniamo a ballare senza regole, tanto cosa vorrà succedere? Sono rimasti “vittime” di chi non ha voluto investire nella sicurezza. Ma ora serve una soluzione. E serve a monte».
E continua.
«Sono stato da sempre un sostenitore del fatto che i giovani dovessero recuperare la loro socialità, dopo i duri mesi di lockdown ma adesso il ragionamento deve essere capovolto, perché i loro atteggiamenti si sono rivelati pericolosi. Occorre che capiscano che non rispettare le regole anticontagio si traduce in un serio rischio per la sanità pubblica. E che comportarsi male vuol dire mettere a repentaglio la vita dei propri cari».
Un ruolo importante, adesso, lo hanno i genitori.
«Vedo un unico ruolo chiave in questa situazione ed è quello della genitorialità responsabile, che faccia più attenzione ai propri figli. Che sia più educante e più presente».