Dodicimila scrive Il Mattino. Ottomila il Corriere del Mezzogiorno. Diecimila Repubblica Napoli. Sono gli spettatori attesi stasera al San Paolo per il debutto in Europa League del Napoli di Sarri. Pochi, indubbiamente. Ma tutto sommato in linea con il recente trend e con i risultati ottenuti al botteghino lo scorso anno per questa manifestazione. Furono 15mila lo scorso anno all’esordio contro lo Sparta Praga; 12mila per Napoli-Young Boys; 6.500 per la partita contro lo Slovan Bratislava; 14.400 per il ritorno col Trabzonspor; 17.700 per l’ottavo di finale Napoli-Dinamo Mosca; 27mila per il ritorno col Wolfsburg dopo i quattro gol dell’andata; e infine 41mila (la capienza che vorrebbe De Laurentiis per lo stadio del futuro) per la semifinale Napoli-Dnipro. C’è anche da considerare che si gioca alle 19. Le curve saranno chiuse. Poco più di cinquecento i tifosi belgi provenienti dalla Venezia delle Fiandre.
Non ne fa un problema Sarri che anche ieri in conferenza stampa ha ribadito il concetto: «Tocca a noi riportare il pubblico al San Paolo. Se giochiamo sempre come il primo tempo contro la Sampdoria, sono certo che i napoletani risponderanno. Anche se la crisi economica è quella che è, e lo dice l’Ocse non io. Più amaro il commento di Mimmo Carratelli sul Mattino: “Forse, oggi, il tifoso è più maturo, più competente che tifoso, ha più informazioni anche visive di tutto il mondo del calcio, ne sa di più e pretende di più. È un tifoso più di testa che di cuore. La passione è una bella storia del passato”.