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Tornano i ricoveri al Cotugno: sono 13 (di cui tre più gravi). «Con questo virus non si scherza»

Il direttore generale dell’azienda ospedaliera dei Colli al Mattino: «Al crescere dei numeri iniziamo di nuovo a vedere pazienti, anche giovani e sani, giungere con quadri clinici complessi. Il virus è invisibile ma continua a circolare»

Tornano i ricoveri al Cotugno: sono 13 (di cui tre più gravi). «Con questo virus non si scherza»

All’ospedale Cotugno crescono di nuovo i ricoveri. Sono 13, scrive il Mattino, dieci conclamati e tre sospetti. Tre casi sono più gravi tanto da andare in Rianimazione o in terapia sub intensiva. Non una situazione drammatica, ma che fa scattare un campanello di allarme.

I casi di contagio, del resto, aumentano. Ieri sono stati 19. Il quotidiano intervista Maurizio Di Mauro, direttore generale dell’azienda ospedaliera dei Colli.

«Secondo il mio punto di vista l’indice di infettività è abbastanza costante ma bisogna tenere molto alta la guardia. I casi sono ancora pochi ma iniziano a essere sintomatici e al crescere dei numeri iniziamo di nuovo a vedere pazienti, anche giovani e sani, giungere in pronto soccorso con una sintomatologia abbastanza conclamata e quadri clinici complessi».

Di Mauro lancia l’allarme: non bisogna assolutamente abbassare la guardia.

«Sono piccole spie, nessun allarme ma un invito alla massima cautela da parte di tutti. Con questo virus non si scherza. Siamo una delle regioni che ha saputo contenere meglio il virus nella fase acuta grazie a comportamenti responsabili della popolazione e scelte politiche nette e lungimiranti. Un patrimonio che non deve essere disperso con leggerezza. Vedo troppe persone considerare le precauzioni quasi inutili. Il virus è invisibile ma continua a circolare».

Alla base dei contagi ci sono i rientri degli stranieri per motivi di lavoro, ma anche gli spostamenti degli italiani tra le regioni.

«Gli incroci di questi fattori uniti a comportamenti di eccessiva leggerezza agli imbarchi su treni e aerei, dove qualcuno addirittura si mette in viaggio dopo aver avuto contatti con casi sintomatici, sono il terreno di coltura per la registrazione di nuovi casi. Tutto questo lo avevamo previsto nella fase di convivenza con Coronavirus ma l’apertura deve coniugarsi con il rispetto massimo delle precauzioni non con un loro allentamento».

Insomma, continua,

«Non siamo al sicuro e il virus non è stato archiviato. Oggi abbiamo un clima favorevole ma davanti c’è l’autunno e la riapertura delle scuole quando la stagionalità delle malattie respiratorie e il mutare del clima giocheranno a nostro sfavore».

 

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